Un altro record a Wall Street e i mercati in Asia si consolidano sui livelli di ieri. Il Nikkei è approssimativamente stabile sui recenti alti livelli, confortato da un ulteriore deprezzamento dello yen, che ha passato quota 117 (quando solo poco tempo fa gli analisti prevedevano quota 115 per fine anno). Intanto, col senno di poi, emergono le prime analisi sulla perdurante debolezza dell’economia giapponese.
L’aumento dell’Iva dal 5 all’8% – tre punti – ha avuto molti più effetti recessivi di quanto non sia stato l’aumento dell’Iva inglese da 17,5 a 20% (2,5 punti) nel 2011: nel primo caso c’è stato un aumento di gettito del 60%, nel secondo caso del 14%. A Tokyo il Governo ha confermato quanto anticipato ieri: elezioni prossime e rimando, per almeno 18 mesi, dell’aumento dell’Iva al 10%.
Gli indici regionali – MSCI Asia Pacific e MSCI Asia Apec 50 – registrano in fine giornata -0,2% e -0,1% rispettivamente. L’euro è leggermente più forte, a 1,252, e, contro yen, tocca il livello più alto da sei anni a questa parte (146,9). Scende ancora il petrolio WTI (74,1 $/b – il Brent quota 78,5) e l’oro tenta di nuovo la scalata a quota 1200: in fine giornata asiatica il metallo giallo registra 1192 $/oncia.
I futures azionari su New York e Londra salgono di poco.