Condividi

Draghi: “Primi effetti misure Bce sul credito”

Il numero uno dell’Eurotower al Parlamento Ue: “Urgenti riforme strutturali energiche” – “Pronti a nuove misure se necessarie” – “Inutile e dannoso ristrutturare ancora il debito greco”.

Draghi: “Primi effetti misure Bce sul credito”

“Vediamo i primi effetti tangibili che il nostro pacchetto di misure sta dando” sulla dinamica del credito nell’area euro. Lo ha detto oggi pomeriggio il presidente della Bce, Mario Draghi, durante un’audizione al Parlamento europeo. Il riferimento, oltre che al taglio del tasso di riferimento fino al minimo storico dello 0,05%, è al programma di acquisto di obbligazioni garantite (covered bond) e soprattutto alle nuove aste Tltro (la prima andata in scesa a settembre, la seconda in calendario per dicembre), ovvero i rifinanziamenti a basso rendimento che la Banca centrale concede ai singoli istituti purché s’impegnino a utilizzare la liquidità ricevuta per finanziare l’economia reale. 

“PER L’ECONOMIA EUROPEA ANCORA RISCHI AL RIBASSO. NEL 2015 E NEL 2016 MODESTA RIPRESA”

Il numero uno dell’Eurotower ha poi ribadito che la crescita economica dell’Eurozona “si è indebolita durante l’estate e le recenti previsioni sono state riviste in negativo”, dunque i rischi per l’economia di Eurolandia “restano orientati al ribasso”, anche se rimangono valide anche “le nostre attese di una modesta ripresa nel 2015 e nel 2016”.

Le parole di Draghi arrivano a pochi giorni dalla pubblicazione dei dati sull’andamento del Pil nell’area valutaria e nei singoli Paesi alla fine del terzo trimestre. In particolare, Germania e Francia hanno fatto segnare una crescita congiunturale rispettivamente dello 0,1 e dello 0,3% (con Berlino che ha evitato per un soffio la recessione tecnica dopo il -0,1% del periodo aprile-giugno), mentre l’Italia ha continuato a viaggiare in territorio negativo, incassando una flessione del Pil pari allo 0,1% rispetto al trimestre precedente e apprestandosi a chiudere l’anno con un rosso dello 0,3%.

“SERVONO RIFORME STRUTTURALI ENERGICHE”

Di fronte a un quadro simile, Draghi ha ribadito che la politica monetaria “da sola” non può garantire il rilancio dell’economia: “Il 2015 deve essere l’anno in cui tutti i policy maker mettono in campo le politiche necessarie a rilanciare la crescita”, perché la “frammentazione” tra paesi dell’area euro “deriva anche da squilibri e inefficienze nazionali il cui superamento richiede riforme strutturali energiche”.

“PRONTI A NUOVE MISURE SE NECESSARIE”

In ogni caso, il Consiglio direttivo della Bce – ha concluso Draghi – resta unanime nella determinazione ad avvalersi di nuovi strumenti non convenzionali di politica monetaria se ciò sarà necessario ad affrontare i rischi legati alla bassa inflazione eccessivamente estesa nel tempo. Il riferimento, in questo caso, è a un Quantitative easing all’europea, ovvero a un programma di acquisti generalizzati di titoli pubblici e privati. Secondo il Direttorio, tuttavia, le misure già prese (da ricordare anche il programma per l’acquisto di Abs, che partirà a breve) saranno sufficienti a far tornare il bilancio della Bce ai picchi toccati a inizio 2012.

“INUTILE RISTRUTTURARE ANCORA IL DEBITO GRECO”

Infine, per quanto riguarda la situazione della Grecia, Draghi ha respinto energicamente le ipotesi di una nuova ristrutturazione del debito pubblico: “Non pensiamo che sia la cosa giusta da fare, non pensiamo che sia necessario e non pensiamo che sarebbe utile. I fatti sono che se la Grecia si tiene in carreggiata su riforme e risanamento, allora il suo debito è sostenibile”. 

Commenta