Alla Borsa di Milano si scatena la speculazione sui titoli delle principali banche italiane interessate dagli esiti degli stress test targati Bce.
Mps, che aveva chiuso venerdì a un euro, ha segnato come primo prezzo 0,852 euro e ora viaggia a 0,8485, con una flessione del 15,15%. Il titolo è entrato in asta di volatilità dopo che sono stati scambiati 32 milioni di azioni in pochi minuti, contro una media giornaliera di 94 milioni. Per Carige il crollo è del 17,83%, a 0,0765 euro (dopo un avvio a 0,0762 euro): quasi 21 i milioni di pezzi trattati (la media giornaliera è di 60 milioni) prima che le azioni entrassero in asta di volatilità. Negli stessi minuti Banco Popolare guadagna il 4,3%, a 12,85 euro, dopo alcune difficoltà a fare prezzo in apertura con un rialzo teorico del 7,5%.
Secondo l’Eurotower, la Banca senese ha una carenza di capitale di 2.111 milioni di euro, mentre l’istituto ligure deve recuperare 814 milioni. Ubs ha tagliato il target price di Monte Paschi da 1,3 a 1 euro, con raccomandazione neutral.
“Valutiamo tutte le opzioni, anche una fusione – ha detto l’amministratore delegato di Mps, Fabrizio Viola, in una intervista pubblicata questa mattina su Il Sole 24 Ore –, ma ad oggi non abbiamo in corso trattative con nessuno”. Il manager ha poi “escluso categoricamente” che la Banca possa ricorrere nuovamente ad aiuti pubblici. Infine, un accenno di polemica: “Il nostro piano concordato con la Ue richiede tempo per produrre i risultati desiderati”; Mps è in cura Ue da un anno, mentre ad esempio Commerzbank da sei, “eppure a noi e loro sono state applicate le stesse regole”.
Quanto a Carige, ieri subito dopo la bocciatura da parte della Bce l’istituto ha annunciato di aver approvato all’unanimità un piano da sottoporre all’approvazione della Bce che prevede un aumento di capitale di almeno 500 milioni garantito da Mediobanca a cui si aggiungono altre operazioni di cessione di asset.
Infine, l’ondata di acquisti in Borsa su Banco Popolare si spiega con il risultato migliore del previsto negli stress test: l’istituto ha superato gli esami della Bce con ampio margine grazie alle misure di rafforzamento patrimoniale realizzate nei primi sei mesi del 2014. Ubs ha alzato il giudizio su Banco Popolare a “buy” da “hold”, con target in crescita da 14 a 15 euro.