Non arriverà alcuna procedura d’infrazione: l’Unione europea ha accettato la nuova legge di Stabilità italiana, accordandosi con il nostro governo su una correzione del deficit pari allo 0,3% del Pil.
Si tratta di una quota di compromesso, dal momento che l’Esecutivo aveva deciso per lo 0,1% e la Commissione europea di Josè Manuel Barroso era orientata a chiedere fino allo 0,5-0,7% (tra gli 8 e gli 11 miliardi).
Per onorare gli accordi l’Italia attingerà al tesoretto da 3,4 miliardi che il Tesoro aveva accantonato proprio per venire incontro a eventuali richieste di Bruxelles. Ma servirà qualcosa di più: il conto totale sarà infatti di 4 miliardi e mezzo.
“La Legge di stabilità è andata, va bene anche in Europa. Ora la vera sfida è il percorso di riforma che abbiamo deciso in Italia – ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, intervistato da Enrico Mentana per il Tg di La7 -. Il compromesso mi pare regga. Non penso ci saranno scherzetti con il passaggio di testimone tra la vecchia e la nuova Commissione. Poi come sempre stiamo attenti a tutto”.
Al tavolo della trattativa l’Italia ha visto accrescere il proprio potere negoziale alla luce della situazione francese, decisamente peggiore di quella italiana sul fronte del deficit-Pil, che quest’anno dovrebbe chiudere al 4,4%.