Il divario tra gli incassi IVA previsti e quelli effettivi si è attestato a quota 33% in Italia, che significano, in soldoni, 46 miliardi di euro in meno nelle casse dello Stato. A renderlo noto è un rapporto della Commissione Ue relativo al 2012, secondo cui la differenza registrata nel nostro Paese sarebbe la quinta più in alta tra i Paesi europei, dopo Romania, Slovacchia, Lituania e Lettonia, e alla pari con la Grecia.
Oltre che dalle frodi, tale divario deriva anche da fallimenti, insolvenze e pagamenti in ritardo. La media europea di gap tra incassi effettivi e previsti dell’IVA è stata del 16%, pari ad una perdita complessiva in Europa di 177 miliardi di euro. “Gli Stati membri – spiega la nota della Commissione non possono permettersi perdite di entrate di questa portata e devono rafforzare la propria azione adottando misure decisive per recuperare il denaro pubblico”.