Sul rinvio del pagamento delle pensioni dal primo al 10 di ogni mese il Governo fa marcia indietro, ma non del tutto. A quanto si apprende da fonti sindacali e dall’Inps, l’Esecutivo vorrebbe imporre lo slittamento – che sarà operativo dal primo gennaio 2015 – soltanto a chi incassa il doppio assegno da Inps e Inpdap. In tutto, circa 800mila persone: agli altri 15 milioni di pensionati l’assegno previdenziale continuerà ad arrivare il primo del mese se a pagare è l’Inps e il 16 nel caso in cui il trattamento sia a carico dell’Inpdap. L’unificazione dei pagamenti per chi riceve entrambi gli assegni porterà allo Stato un risparmio annuo di sei milioni.
Sindacati e consumatori tirano così un sospiro di sollievo, considerando che nella versione della legge di Stabilità arrivata ieri al Quirinale (un testo ancora provvisorio) la modifica della data di pagamento era prevista per tutti i pensionati.
Le preoccupazioni erano scattate perché il rinvio avrebbe provocato disagi a molti pensionati in vista delle scadenze di fine mese. Il Codacons, in particolare, aveva minacciato un’azione collettiva per diffidare l’Inps dall’applicare la nuova disposizione.
“Ci siamo ribellati a un’ingiustizia e se non avessimo fatto sentire la nostra voce non l’avrebbero cambiata – ha detto il segretario generale dello Spi-Cgil, Carla Cantone –. E’ un risultato parziale, non saremo del tutto soddisfatti fino a che non torneranno indietro anche sull’unificazione al 10 del mese per gli 800mila pensionati che ricevono il doppio assegno Inps-Inpdap. Perché l’unificano al ribasso?”.
Cantone ha poi annunciato che i sindacati hanno chiesto un incontro con il Governo. A breve, inoltre, è prevista una riunione con i vertici Inps.
Per il 5 novembre è stata fissata una giornata di mobilitazione dei pensionati con iniziative a Roma, Milano e Palermo per chiedere al Governo politiche di sostegno agli anziani. I sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil hanno un peso non indifferente, potendo contare in tutto su sei milioni di iscritti.