Sorpresa, l’Italia non è più in recessione ma in stagnazione. In concreto per la vita delle persone non cambia molto ma dal punto di vista statistico ha invece una sua rilevanza. L’Istat ha infatti rivisto i dati sul Pil in base all’indice Sec 2010. Ebbene, rispetto alla previsione iniziale di -0,1% registrata dal Prodotto interno lordo nei primi tre mesi, l’Istiuto centrale di statistica ha corretto il dato con uno 0,0 piatto. Nel secondo trimestre invece la stima è di -0,2% rispetto al trimestre precedente e di -0,3% rispetto allo stesso periodo del 2013 quando in precedenza si era parlato di un -0,2% sia tendenziale che congiunturale. La variazione acquisita per il 2014 è pari a -0,3%.
Il risultato è che, mancando le sequenza dei due trimestri negativi consecutivi non si può più affermare tecnicamente che l’Italia è in recessione. Il che non contraddice comunque lo stato di profonda crisi che attanaglia il Paese. la verifica si sposta dunque sulla crescita (o meno) del terzo trimestre i cui dati saranno pubblicati dall’Istat il 1° dicembre. L’Isitituto parla prudentemente di stagnazione anche alla luce del fatto che il Pil del 4° trimestre del 2014 è stato rivicto al ribasso da +0,1% a -0,1%.
Entrando nel dettaglio dei conti, rispetto al 1° trimestre, nel periodo aprile-giugno i consumi finali nazionali sono cresciuti dello 0,1% mentre gli investimenti fissi lordi hanno registrato una flessione dello 0,9%. Le importazioni sono aumentate dello 0,8% e le esportazioni dell’1,1%.