Dimezzati i soldi per gli F35. L’Aula della Camera ha dato il via libera oggi alla mozione Pd che impegna il Governo a un taglio pari al 50% del budget stanziato per l’acquisto dei nuovi aerei militari. La mozione aveva ottenuto parere favorevole dal Governo.
L’Italia aveva destinato circa 12 miliardi di euro al programma pluriennale F35, i caccia di ultima generazione della Lockheed Martin. Il numero di F35 che l’Italia dovrebbe acquistare è già sceso da 131 a 90, di cui 75 per l’Aeronautica e 15 per la Marina. I velivoli americani sono destinati a sostituire circa 160 caccia che nel giro di qualche anno resteranno a terra perché obsoleti.
Nel testo si impegna inoltre l’Esecutivo a ricercare “ogni possibile soluzione e accordo con i partner internazionali” con l’obiettivo “di massimizzare i ritorni economici, occupazionali e tecnologici” del programma.
Al momento, la partecipazione italiana all’F35 per prevede solo l’assemblaggio di parti del caccia mentre Finmeccanica vorrebbe partecipare anche alla produzione di parti elettroniche con la sua controllata Selex Es. Il lavoro di assemblagio è attualmente previsto che possa garantire, a regime, in Italia un’occupazione pari a circa 1.500 addetti diretti. Includendo l’indotto, l’ammontare della forza lavoro nazionale raggiungerà, nello stesso arco di tempo, un totale di 6.500 unità.
L’Assemblea di Montecitorio ha approvato anche le altre mozioni della maggioranza, tutte con il parere favorevole dell’Esecutivo (da Sc la richiesta al Governo di “aggiornare” il programma in relazione alle esigenze di bilancio) e quella presentata da Fi (anche in questo caso parere favorevole dal Governo).
La mozione Pd – primo firmatario Gian Piero Scanu, capogruppo in commissione Difesa – ha incassato 275 voti favorevoli e 45 contrari con 152 astenuti.
“Si tratta di un’indicazione importante sia nel merito che nel metodo – ha detto Scanu durante le dichiarazioni di voto -. Infatti, da una parte è giusto secondo noi razionalizzare le risorse destinate agli F35 dall’altra è fondamentale che sia il Parlamento a decidere, così come ha stabilito la Riforma sui sistemi d’arma che noi abbiamo fortemente voluto alla fine della scorsa legislatura. La nostra mozione, dunque, è coerente con un percorso di revisione dello strumento militare e con i rigorosi vincoli di bilancio imposti dalla crisi”.
Bocciate invece le mozioni presentate da Sel e M5S che puntavano all’uscita dal programma di acquisto e da Lega nord con la quale si chiedeva una sospensione del programma.