Il Purchasing Managers Index, l’indicatore che esprime le previsioni dei direttori agli acquisti, scende ai minimi da 9 mesi nell’Eurozona, confermando il rallentamento della ripresa di cui aveva parlato ieri Mario Draghi. Male la Francia, Germania in recupero. Questo il quadro che emerge dai dati diffusi questa mattina da Markit Economics.
Secondo i calcoli del centro di analisi, a settembre l’indice composito relativo all’area valutaria è calato a quota 52,3 punti dai 52,5 di agosto, mantenendosi comunque oltre la soglia dei 50 punti, che marca il confine fra espansione e contrazione dell’attività. L’indice Pmi delle attività terziarie è calato a 52,8 da 53,1 di agosto, il valore minimo da tre mesi. Per quanto riguarda il manifatturiero si è passati da 50,7 a 50,5 di agosto, ai minimi da 14 mesi, mentre la produzione manifatturiera è rimasta stabile a 51.
Quanto alla Francia, l’indice composito è sceso da 49,5 a 49,1 punti, il livello più basso da tre mesi. Il dato relativo ai servizi è passato da 50,3 di agosto a 49,4; l’indice output manifatturiero è salito a 47,9 da 45,8 di agosto, il dato più elevato da quattro mesi, mentre per il manifatturiero Pmi l’aumento è stato da 46,9 a 48,8.
L’indice composito Pmi tedesco è salito invece questo mese a 54 punti, dai 53,7 di agosto. Per quanto riguarda i servizi l’indice è salito a 55,4 da 54,9, mentre per la manifattura è sceso da 51,4 a 50,3, il livello più basso da 15 mesi. L’indice sulla produzione manifatturiera è passato da 51,5 a 51,1.
Infine, la Cina, dove – secondo la stima preliminare elaborata da Markit/Hsbc – a settembre l’attività manifatturiera è cresciuta a sorpresa: l’indice è salito a quota 50,5 punti dalla lettura finale di agosto a 50,2 punti, a fronte di previsioni per 50,0 punti. Pechino resta quindi per il quarto mese consecutivo sopra la soglia di 50 punti.