Avanti il prossimo. La Juventus prosegue la sua marcia trionfale espugnando San Siro e dando l’ennesimo segnale forte alle concorrenti: per lo scudetto bisogna fare ancora i conti con lei! E dire che le premesse per uno scivolone c’erano tutte, con un Milan ricco d’entusiasmo e una Signora stanca dall’impegno di Champions League. La superiorità tecnica e mentale è però ormai una costante in campionato e anche a Milano non ci sono state sorprese: i bianconeri hanno vinto una partita difficile dimostrando a tutti di essere ancora nettamente superiori. Non è stato un match spettacolare quello di San Siro ma il successo degli Allegri’s ci sta tutto perché mai il Milan è riuscito a scalfire la sicurezza dei campioni d’Italia. Che giocano come se sapessero che, prima o poi, troveranno il gol della vittoria, in un modo o nell’altro.
D’altronde c’è da capirli visto che là davanti c’è un certo Tevez, capace di segnare la quarta rete consecutiva in appena tre partite, score mostruoso che fa ancora più male ai rossoneri, nel 2012 vicinissimi al suo acquisto. Ridurre tutto all’Apache sarebbe però sbagliato: la Signora è superiore punto e basta, anche se questo Milan ha dimostrato di essere squadra e di avere enormi margini di miglioramento. Reduce dalle vittorie su Lazio e Parma Inzaghi decide di confermare il “tridente senza punte”, con Honda, Menez ed El Shaarawy a dare fastidio al fortino bianconero. Ma la Juventus è ben diversa dalle squadre di Pioli e Donadoni e ben presto s’impadronisce del campo, lasciando al Milan una sola possibilità: difendere il pareggio. Colpo di testa di Honda a parte (27’), i rossoneri non creano nessun problema a Buffon perché i campioni d’Italia gestiscono il match in lungo e in largo.
Una volta prese le misure alle frecce inzaghiane, la Juve conquista campo sfiorando il gol in più riprese. Llorente mette paura ad Abbiati dopo un bell’uno-due con Pereyra (31’), lo stesso cileno impensierisce il portiere milanista con un destro da fuori area, Bonucci sfiora la beffa con un colpo di testa in solitaria, Marchisio colpisce un palo che, probabilmente, sta ancora tremando (38’). Il primo tempo finisce 0-0 e il Milan, a conti fatti, ringrazia. Il bello è che questa Juve non sembra neanche fare troppa fatica e infatti, nella ripresa, la sua pressione aumenta maggiormente, in barba a qualsiasi congettura sulle possibili fatiche europee. Al 60’ Marchisio sfiora il gol su calcio d’angolo ma il pallone finisce fuori di poco. E’ il preludio al vantaggio che arriva al 71’ con Tevez, bravissimo a freddare Abbiati dopo lo splendido assist di Pogba. Lo 0-1 costringe Inzaghi a sbilanciarsi (fuori Poli e Honda, dentro Torres e Pazzini oltre al cambio, obbligato per crampi, El Shaarawy-Bonaventura) ma ormai il copione è scritto e modificarlo è tutt’altro che semplice. L’innesto di punte non produce nulla di particolare se non un possibile rigore negato per un contatto Marchisio-Menez che, rivisto più volte alla moviola, lascia parecchi dubbi (87’). Inutile però recriminare, alla fine ha vinto la squadra più forte.
“Abbiamo fatto il massimo ma la Juve è stratosferica – l’ammissione di Inzaghi. – Per un po’ abbiamo accarezzato il sogno di fare risultato ma sono convinto che, con questo spirito, ci toglieremo tante soddisfazioni. Non siamo poi così distanti da loro e di questo sono contento. Ora l’importante è che i ragazzi non perdano fiducia”. Diverso, ovviamente, il punto di vista di Massimiliano Allegri, alla quarta vittoria consecutiva in altrettante partite ufficiali alla guida della Juventus. “Il Milan si è difeso mentre noi abbiamo gestito la palla creando diverse occasioni – il pensiero del tecnico bianconero. – Non era una partita normale per me ma neanche una rivincita col mio passato: ora alleno la Juve e voglio vincere qui”. E ci sta riuscendo, in Italia e in Europa. Il primo esame, insomma, non ha regalato sorprese: la Signora è ancora la squadra da battere e il Milan un cantiere aperto.