Parigi si garantisce la flessibilità di cui ha bisogno infrangendo ancora una volta le promesse fatte a Bruxelles sui conti pubblici. Nel 2015 il rapporto deficit-Pil della Francia non tornerà a rispettare la soglia del 3% stabilita dal trattato di Maastricht. Le previsioni, a quanto pare, erano clamorosamente sbagliate, perché i conti francesi non torneranno nei parametri nemmeno l’anno successivo: bisognerà aspettare almeno fino al 2017.
Lo ha confermato oggi il ministro delle Finanze francese, Michel Sapin, precisando che il Paese non chiede alcun cambiamento delle regole dell’Unione europea sui limiti di bilancio, ma vuole che Bruxelles tenga conto della perdurante debolezza della seconda economia della zona euro.
“Con una crescita e un’inflazione deboli, la riduzione del deficit che abbiamo previsto per il 2015 sarà limitata a circa il 4,3% del Pil e andrà sotto la soglia del 3% nel 2017”, ha chiarito il ministro.
Sapin ha detto che il deficit salirà leggermente al 4,4% quest’anno e che il governo manterrà il piano di risparmi nella spesa pubblica per 21 miliardi di euro nel 2015 mentre non alzerà le tasse. Il ministro ha previsto che l’economia francese cresca dello 0,4% quest’anno e dell’1,0% il prossimo.
L’annuncio era ampiamente atteso dopo le numerose dichiarazioni del governo francese sulla difficoltà a mantenere gli impegni sul deficit e le ripetute richieste di flessibilità all’Ue nell’applicazione del patto di Stabilità.