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Ocse: disoccupazione Italia migliorerà a fine 2015

Secondo l’Ocse la disoccupazione in Italia, arrivata al 12,6% nel luglio 2014, è destinata a dare qualche segnale di miglioramento a partire dalla fine del 2015 – Drammatica la situazione dei giovani: 43,4% disoccupati, 22,4% “neet” – L’Ocse: “Approvare subito Jobs Act di Renzi”.

Ocse: disoccupazione Italia migliorerà a fine 2015

La disoccupazione in Italia rimane superiore alla media Ocse, ma nella seconda parte del 2015 ci saranno dei miglioramenti. A dirlo è un rapporto dell’organizzazione parigina: “Il tasso di disoccupazione è cresciuto ancora per raggiungere il 12,6% nel luglio 2014, 2,4 punti percentuali sopra la media Ue, mentre risultava occupata solo il 55,5 per cento della popolazione in età da lavoro”.  Nonostante la situazione complessa, l’Ocse prevede dei miglioramenti verso la fine del 2015.

Rispetto agli altri Paesi avanzati, “in Italia non è solo elevata la quota di disoccupati, ma anche quella di occupati con un lavoro di scarsa qualità”. “Un alto numero di persone – prosegue il rapporto – ritiene di lavorare in condizioni difficili e stressanti caratterizzate da un elevato livello di pressione e dalla necessità di svolgere mansioni complesse con risorse limitate”.

Drammatica, poi, la situazione dei giovani: in Italia la disoccupazione giovanile è raddoppiata rispetto ai livelli precedenti alla crisi globale, mentre continua a crescere la quota di giovani totalmente inattivi (22,4%), i cosiddetti “neet”, quelli che non lavorano, non studiano e non seguono alcun tipo di formazione. La disoccupazione giovanile, nel nostro Paese, raggiunge il 43,4%.

Secondo il rapporto dell’Ocse, il “Jobs Act” elaborato dal governo Renzi deve essere “approvato e reso operativo rapidamente, in modo da ridurre i costi di licenziamento e, in particolare, ridurre l’incertezza sull’esito dei licenziamenti economici”. Un’altra necessità, secondo l’organizzazione parigina, sarebbe quella di modificare l’articolo 18 nella parte in cui prevede il diritto al reintegro in caso di licenziamento ingiustificato, con la “sostituzione (salvo nel caso di discriminazione) del diritto di reinserimento con un’indennità crescente con l’anzianità di servizio”.

In tutta l’area Ocse, comunque, il tasso di disoccupazione resterà al di sopra dei livelli pre-creisi anche nel corso dell’anno prossimo. “E’ una ferita aperta della crisi e uno disoccupato su tre è di lungo termine”, ha sottolineato il direttore generale dell’Ocse Angel Gurria, che ha parlato anche della crisi dei salari, che hanno subito cali tra il 2% e il 5% in molti Paesi, finendo per rallentare la crescita economica dei Paesi, colpendone la domanda.

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