Ieri i mercati americani erano chiusi per il Labor Day, e questa mattina i mercati asiatici hanno aperto rivelando due volti. La moneta giapponese si è avvicinata a quota 105 contro dollaro (segna 104,8 verso la fine della giornata) e Tokyo è salita nettamente: il Nikkei guadagna l’1,4% e il Topix l’1,2%. Nel resto dell’Asia, e specialmente in Sud-Corea, le quotazioni stanno scendendo: l’indice MSCI Asia Pacific escluso Giappone perde lo 0,6%. Il conflitto in Ucraina si sta incancrenendo, ha detto il governo di Kiev, e si rivela il più grave scontro in Europa dai tempi della Seconda guerra.
In campo valutario l’euro è sui livelli di ieri, intorno a 1,312 contro dollaro. La divaricazione fra un’America che si appresta a restringere lo stimolo monetario e un’Eurozona che si appresta ad aumentarlo pesa sulla valuta. Si tratta, tuttavia, di una tendenza al deprezzamento della moneta unica che è utile e fisiologica. L’oro torna a indebolirsi e quota 1282 $/oncia. Il petrolio WTI non si discosta dai livelli di ieri e segna 95,8 $/b (il Brent invece perde qualcosa, a 102,8 $/b). Sul mercato dei futures sia Londra che New York sono leggermente positivi (+0,1/0,2%).