Il traguardo per l’attuazione di tutte le riforme in programma fissato da Renzi a maggio 2017, conta ben 17 riforme che dovranno essere discusse molto prima, al massimo entro 120 giorni piuttosto che i 1000 annunciati dal governo. Sono infatti al vaglio delle Camere numerosi decreti legge, ddl e altre numerose riforme che entro quattro mesi cominceranno l’iter delle analisi in aula. Dalle deleghe al Job Act e Pubblica Amministrazione, alla revisione del patto del Nazareno sulla legge elettorale, alle riforme istituzionali. Sono solo quattro delle 17 riforme in calendario, con scadenze a partire già dalla prossima settimana.
Partirà dal Senato la legge delga sul Job Act – con la nuova proposta del mini job – che entro settembre sarà poi inviata alla Camera. Sempre dal Senato prenderà il via la discussione sulla delega alla PA, di cui però si attende ancora l’esame in commissione, da spedire poi a Montectorio. Da mesi ormai, è in stallo la riforma della legge elettorale, frutto del tanto discusso patto del Nazareno che ha visto Renzi e Berlsconi alle prese con soglie minime, premi di maggioranza e liste bloccate. Infine le riforme istituzionali del ministro Boschi, in attesa della seconda lettura alla Camera – e chissà quante ce ne vorranno ancora prima dell’approvazione dei senatori alla rinuncia alla loro poltrona.
Sempre a Montecitorio si ammassano i decreti legge su missioni internazionali, giustizia civile e violenza negli stadi. C’è poi l’incombente impegno del decreto “sblocca Italia” ceh da venerdì sarà al vaglio di Camera o Senato – ancora da decidere da dove partirà. Step fondamentale è invece il complicato esame della legge di stabilità 2015 attraverso cui Renzi vuole dare un forte segnale di ripresa all’Europa, con l’obiettivo di bocciare definitivamente le politiche di rigore e austerità, tentando di strappare a Bruxelles qualche punto di percentuale in termini di flessibilità.
Infine, responsabilità civile dei magistrati e criminalità organizzata sono solamente due dei sei ddl sulla giustizia di cui si deve ancora decidere la data di partenza per le discussioni alle Camere. Vi è poi da stabilire quando debba cominciare l’analisi parlamentare sul Codice degli Appalti. A chiudere, c’è la riforma della scuola che sarà il tema centrale del prossimo Consiglio dei Ministri, da cui ci si aspettano valanghe di critiche – e soprattutto di emendamennti.