L’euro ha rotto dopo l’avvio dei mercati europei quota 1,33 dollari, aggiornando il nuovo minimo degli ultimi nove mesi (13 settembre) a 1,3297. Dietro l’indebolimento della divisa ci sono fattori esogeni ed endogeni. Da una parte ci sono infatti le preoccupazioni circa la fragilita’ della ripresa economica dell’Eurozona, rinnovate dalle recenti statistiche (in particolare quelle legate a crescita e a inflazione) pubblicate in diversi Paesi membri. Dall’altra parte c’e’, soprattutto, la ritrovata forza del biglietto verde dopo che i recenti dati, rivelatisi migliori delle previsioni, hanno rassicurato sullo stato di salute dell’economia statunitense. Una condizione che ha alimentato ulteriormente la speculazione, gia’ presente sul mercato in vista dell’imminente riunione annuale dei banchieri centrali della Fed. E infatti il dollaro si e’ rafforzato anche su tutte le altre principali divise, compreso lo yen nei confronti del quale si e’ arrampicato fino a 103,27, nuovo picco degli ultimi oltre quattro mesi (7 aprile).
Ad alimentare la domanda di dollari in questa fase e’ principalmente una possibile mossa restrittiva della Fed piu’ ravvicinata di quanto previsto finora dagli esperti. Un rialzo dei tassi di interesse statunitensi, che e’ per altro il principale strumento monetario a disposizione di una banca centrale per combattere l’inflazione troppo elevata, rende il dollaro piu’ redditizio e quindi piu’ attraente per gli investitori. Tutta l’attenzione del mercato e’ quindi spostata a venerdi’ prossimo quando, in occasione dell’incontro annuale dei banchieri centrali Usa che si terra’ a Jackson Hole (Wyoming), la presidente della Fed, Janet Yellen, terra’ un discorso. Nel frattempo gli investitori cercheranno di capire quale direzione potra’ prendere la politica monetaria dai verbali dell’ultima riunione (29-30 luglio) del comitato di politica monetaria della Fed (Fomc) che saranno resi noti questa sera. Questi verbali, secondo gli esperti, dovrebbero evidenziare il livello del dibattito tra ‘falchi e colombe’ che c’e’ all’interno della Fed.