Non si ferma il fuoco israeliano. Verso l’alba i carri armati e i raid aerei dello stato ebraico hanno colpito case e una scuola a Jabalya, uccidendo almeno 43 persone e ferendone numerose altre, come ha riferito un portavoce del ministero della Salute. Il numero totale delle vittime palestinesi dall’inizio dell’offensiva sale così a quota 1.245 persone, per la maggior parte civili. Le vittime israeliane sono invece 56.
Intanto, il fronte diplomatico si arricchisce e si complica. Registrata l’irritazione degli Stati Uniti, Israele deve far fronte anche al malcontento di frange dell’esercito, che chiedono una scelta precisa tra avanzare, penetrando dentro Gaza, o ritirarsi, mentre il portavoce di Hamas, Sami Abu Zouhri, si è rivolto a i governanti arabi: “I bambini di Gaza vi chiedono di intervenire”.
Si continua a lavorare anche sulle proposte di tregue, in particolar modo quella avanzata dall’Egitto, che aveva proposto una tregua incondizionata accettata da Israele e rifiutata da Hamas. La nuova offerta sarà presentata presto alla delegazione palestinese.