Non riesce a confermare il rialzo il Ftse Mib che nel finale torna sotto la parità. L’indice milanese chiude a -0,2% a 20.831 punti. Spread in calo a 158 punti base. Hanno pesato gli ultimi dati diffusi dal Centro studi di Confindustria che per il 2014 hanno confermato le stime di una dinamica piatta del Pil. In altre parole, l’Italia era in crisi prima della crisi e “continua a esserlo”, ha rilevato il Csc nella sua analisi mensile, rivelando che le ultime stime parlano di una crescita zero del Pil nel 2014. L’attenzione, ora, è rivolta al 2015, il cui risultato “va costruito nella seconda metà di quest’anno”.
Strappano invece una chiusura in leggero territorio positivo le altre Borse europee: Parigi +0,16%, Francoforte +0,20%, Londra +0,04%, Madrid +0,10% . L’economia spagnola è cresciuta dello 0,5% nel secondo trimestre, un decimo in più dello 0,4% registrato nei primi tre mesi dell’anno, secondo il bollettino economico diffuso oggi dalla Banca di Spagna. Inoltre, la banca centrale ha migliorato le previsioni di crescita e stima un incremento del Pil dell’1,3% nel 2014 e del 2% nel 2015, rispettivamente un decimo e tre decimi in più di quanto inizialmente previsto, grazie alla migliore evoluzione dell’attività e dell’occupazione. Nell’Eurozona è calata a luglio la fiducia dei consumatori che perde 0,9 punti a quota -8,4.
A Wall Street gli indici si muovono contrastati, come conseguenza anche delle preoccupazioni geopolitiche (i Treasury sono in salita per il terzo giorno di fila, il che indica una certa avversione al rischio). Il Dow Jones cede lo 0,09%, il Nasdaq dello 0,49%. E l’S&P500 sale dello 0,27% aggiornando un nuovo record intraday. Dalle trimestrali arriva però la spinta.
Apple è salita sui massimi da metà 2012 dopo aver diffuso dati del trimestre. Bene dopo i conti anche Pepsi Cola. Boeing cede il 2,3% nonostante il gigante dell’aereonautica abbia archiviato il secondo trimestre con un utile sopra le stime e il rialzo del target dei profitti per il 2014. L’utile netto è salito del 52% a 1,65 miliardi, pari a 2,42 dollari per azione contro i 2,01 dollari stimati dagli analisti e il target per l’intero esercizio è stato portato a 7,90-8,10 dollari per azione rispetto al precedente range di 7,15 e 7,35 dollari.
Sul fronte macroeconomico, negli Usa le richieste di nuovi mutui, nella settimana terminata lo scorso 18 luglio, sono salite del 2,4% a 349,4 unità dalle 341,1 della settimana precedente, quando erano calate del 3,6%.
A Piazza Affari in fondo al Ftse Mib c’è Stm -5,9%, Cnh Industrial -2%, Mediaset -1,85%. Il titolo del Biscione risente della recente revisione al ribasso di alcuni giudizi da parte di case d’affari, nonché del timore della concorrenza di Sky, che sta puntando a realizzare una superpiattaforma a livello europeo. Nel mondo editoriale scatta l’Espresso che sale del 4,8% dopo i conti del primo semestre, che hanno registrato un utile netto stabile a 3,8 milioni (dai 3,7 di un anno prima), anche se su ricavi in calo del 10% a 332,5 milioni.
In controtendenza in cima al Ftse Mib c’è Buzzi Unicem +3% e il comparto bancario con Unicredit +1,7%, Ubi Banca +1,5% e Banco Popolare +1,36%. Tra i titoli minori, Bper cede l’1,47%. Bper ha comunicato la conclusione anticipata dell’offerta in Borsa dell’inoptato a causa della vendita di tutti i 756.656 diritti rimasti scoperti nel corso del periodo di opzione. I diritti saranno ora esercitabili entro il 28 luglio. Banca Carige -0,48%. Dalle comunicazioni Consob emerge che Ubs è tornato a rafforzarsi nel capitale di Carige.