Una volta tanto i mercati asiatici non hanno preso il ‘la’ da Wall Street. Malgrado la chiusura negativa a New York tutte le principali piazze asiatiche sono in progresso, e l’indice regionale MSCI Asia Pacific – questa volta incluso il Giappone, che ha riaperto oggi – sta salendo, a un’ora dalla chiusura di Tokyo, dello 0,6%, avvicinandosi al livello più alto dal giugno 2008: Tokyo, Hong Kong e Shanghai-Shenzen stanno tutte salendo dell’1% o poco più. I timori geopolitici sono stati messi da parte; per quanto tragici, quei fatti non hanno impatto macroeconomico, e gli occhi dei mercati sono puntati sui fondamentali della crescita e sugli utili societari. Le esportazioni di Taiwan, che sono spesso considerate un indicatore avanzato del ciclo mondiale dei beni tecnologici, sono cresciute a giugno oltre le attese. Il solo impatto macroeconomico temibile dalle tensioni su Ucraina e Gaza è quello suul prezzo del petrolio, che è salito ancora e tocca 105.10 $/b: il diffderenziale col Brent (che quota 107,2) si va sempre più restringendo.
L’euro è stabile contro dollaro, a 1,353 e lo yen si è leggermente deprezzato, a 101,4. L’oro, a 1313,5 $/oncia mantiene i livelli di venerdì e lunedì. I futures azionari su Londra e New York sono leggermente positivi.