Avvio di settimana favorevole a Wall Street: l’indice Dow Jones è salito dello 0,66% dopo aver aggiornato i massimi storici intraday a quota 17.089, mentre l’indice S&P 500 è cresciuto dello 0,45% e il Nasdaq dello 0,56%.
La spinta l’ha data Citigroup (+3,5%), con un utile di 1,24 dollari per azione (contro 1,05 dollari previsti) nel trimestre. Grazie all’accordo raggiunto con il Dipartimento di Giustizia la banca chiude il contenzioso civile per i mutui subprime.
E’ cominciata così la settimana dello show della Corporate America: sono previsti i conti di 66 big caps, tra cui le banche principali, Google, Yahoo, Intel nonché General Electric. Fitta anche l’agenda macro: vendite al dettaglio, indice Empire manufacturing, prezzi alle importazioni, scorte di magazzino.
Rialzi consistenti per le Borse europee: Londra è salita dello 0,8%, Parigi +0,7%, Francoforte +1,2%. La Banca centrale portoghese ha imposto un rapido cambio di management del Banco do Espirito Santo e ha garantito la solidità dell’istituto. Ma ieri alla Borsa di Lisbona il Banco Espirito Santo ha registrato un’altra secca perdita del 7,5%, che si aggiunge alla caduta del 36% della settimana scorsa. La finanziaria che controlla il banco ha venduto il 5%.
Partita bene, poi passata in negativo, la Borsa di Milano si è ripresa nel pomeriggio e l’indice FtseMib ha guadagnato lo 0,4%. Il petrolio è poco mosso (Brent a 106,9 dollari al barile). Netta discesa dell’oro a 1.306 dollari l’oncia (-2,4%).
YELLEN/ DRAGHI
Sale l’attesa per l’audizione odierna di Janet Yellen al Senato, la prima uscita dopo la pubblicazione dei verbali della Fed da cui risulta l’intenzione di finire il tapering entro ottobre. Intanto, davanti all’Europarlamento, Mario Draghi ha sottolineato che “nella situazione attuale un cambio forte dell’euro è un rischio per la sostenibilità della ripresa economica”. Il banchiere ha confermato che la Bce “manterrà un alto grado di accomodamento nella politica monetaria” e che terrà i tassi “all’attuale livello per un esteso periodo di tempo”, tenendosi “pronta ad agire se necessario per fronteggiare rischi ulteriori di un periodo di bassa inflazione troppo prolungato”.
BANCHE
Andamento contrastato per il settore bancario. In evidenza Unicredit (+2,3%) dopo che l’austriaca Immofinanz ha fatto sapere di essere interessata al 16,8% detenuto da Unicredit in CA Immobilien, altra immobiliare austriaca. E’ stata fissata per oggi la scadenza per le offerte per Uccmb, la credit management bank del gruppo leader nella gestione dei non performing loan.
Intesa è salita dell’1,8%, Banca Popolare dell’Emilia Romagna +3,2%, Banca Popolare di Milano +2,2%. Dalle comunicazioni a Consob sulle partecipazioni rilevanti emerge che Generali detiene il 2,266% del capitale della banca lombarda. Chiusure in ribasso invece per MontePaschi -2,6%, Banco Popolare -3,5% e Ubi Banca -1,6%.
Generali non si è mossa dopo la notizia della vendita della controllata Banca della Svizzera Italiana (Bsi) al gruppo finanziario brasiliano Btg Pactual al prezzo di 1,24 miliardi di euro.
TELECOM ITALIA
Effetto Btg Pactual anche su Telecom Italia (+0,9%) in chiusura a 0,873 euro, dopo essersi spinto al rialzo fino a 0,8830 euro e al ribasso fino a 0,858 euro. Il quotidiano brasiliano Folha de S.Paulo ha scritto che Telefonica ha in corso colloqui per la cessione della sua quota in Telecom Italia per adempiere alle richieste dell’Authority brasiliana. Telefonica starebbe negoziando con alcuni fondi di investimento oltre a Btg Pactual. Tra gli acquirenti di parte o tutta la quota ci sarebbero anche Fintech e Sawiris.
PETROLIFERI
Eni ha guadagnato 2,1%, lo 0,9%, Saipem -0,9%. Tenaris ha invertito la tendenza nel pomeriggio per chiudere in calo dell’1,9%, a 16,77 euro. Nella mattinata si era spinta al rialzo fino a 17,39 euro dopo la notizia dei dazi sull’import negli Usa dei prodotti coreani. Fidentiis ha deciso di prendere profitto tagliando il giudizio a Hold da Buy e mantenendo invariato il target price nel range 17,5-18,5 euro. Molti broker si sono invece espressi con maggior ottimismo.
Raymond James prevede che il titolo si possa rivalutare del 15% nei prossimi 12 mesi proprio in seguito alla novità emerse nel week end. Equita ha ribadito il Buy, con target price alzato a 19,6 euro da 18,4 euro precedente, mentre Mediobanca ha confermato l’outperform e il target di 19,6 euro.
Nel fine settimana, il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha alzato i dazi sulle importazioni dalla Corea del Sud, il provvedimento colpisce le tubazioni speciali utilizzate nell’industria petrolifera.
Enel +0,1%. A2A -1,3%. Snam controllata Italgas nell’ambito di un’indagine sull’affidamento da parte della società stessa di contratti di fornitura ad aziende ritenute vicine alla criminalità organizzata.
FINMECCANICA
La riorganizzazione in casa Finmeccanica piace agli investitori e il titolo ha chiuso a 7,25 euro (+0,62%) dopo avere aggiornato il massimo dell’anno a 7,425 euro. Ansaldo Sts (+1,67%) è stata spinta dai rumor di una potenziale cessione e dai giudizi positivi degli analisti, mentre è stata eseguita oggi la quinta e ultima tranche dell’aumento di capitale gratuito che ha portato il capitale sociale a quota 100 milioni di euro (200 milioni di azioni ordinarie del valore nominale di 0,50 euro ciascuna).
Tra le società a medio-piccola capitalizzazione, Pierrel +6,6%.