Un’altra vittima dell’epidemia di casinò che sta affliggendo la contea di di Atlantic City. Dopo l’Atlantic Club, il Revel e lo Showboat, rischia di chiudere la baracca anche lo storico Trump Plaza. Una moria che sembra impossibile da fermare e che sta mietendo migliaia di vittime tra i dealer e groupier. Più di mille sarebbero i disoccupati se chiudesse anche il Trump.
Bob McDevitt, il presidente dell’associazione dei lavoratori dei casino Unite-Here, chiede aiuto al Congresso per risolvere quella che ha definito come una catastrofe imminente che colpirà duramente l’industria del turismo se non si interverrà a breve.
Lo strapotere di Las Vegas da una parte del globo e di Macao dall’altra, non lascia spazio ala nostalgia di un’Atlantic City ormai desueta. Una città che fonda tutta le sue ricchezze sul gioco d’azzardo sta cadendo un pezzo dopo l’altro, mentre le nuove capitali del vizio maturano incassi da record. Non sembra tanto che la crisi abbia per la prima vlta attecchito il segmento del gioco d’azzardo, quanto piuttosto che non ci sia più spazio per cattedrali storiche del settore.
Non c’è più posto ad Atlantic City per testimonial d’eccezione com Frank Sinatra – un tempo ospite fisso all’Atlantic Club. I fatturati del giro del gioco d’azzardo che fruttavano più di cinque miliardi solo otto anni fa, sono ridotti a meno di tre l’anno scorso. Tutto questo si traduce in 1600 lavoratori sul lastrico di casino ormai ridotti a enormi stanze colme di tavoli vuoti.