Nel 2013 e nella prima metà del 2014 si sono moltiplicate le segnalazioni di operazioni sospette all’Unità di informazione finanziaria (Uif), organo autonomo della Banca d’Italia. Nel rapporto relativo al 2013 si legge che l’importo complessivo segnalato è stato di 84 miliardi di euro, un valore doppio rispetto a quello del 2012.
L’85% delle segnalazioni viene effettuato dalle banche e solo il 4% dai professionisti (pressoché nullo l’apporto degli uffici della Pubblica Amministrazione). Il 43% arriva da tre Regioni: Lombardia (17,9%), Lazio (14,2%) e Campania (11,1%). In tutto, sono state 600 le segnalazioni su operazioni sospette riguardanti la corretta destinazione di finanziamenti pubblici.
L’Italia deve contrastare “una zona grigia di operatori finanziari disponibili a rendersi strumento del riciclaggio”, afferma il direttore della Uif, Claudio Clemente, sottolineando che occorre “una scelta di campo tra rifiuto del riciclaggio e connivenza”. Clemente auspica inoltre una riforma delle norme italiane che, “in contrasto con gli standard internazionali e comunitari, non prevedono l’accesso della stessa unità ai dati investigativi e giudiziari”.
Il direttore della Uif precisa che il forte utilizzo di strumenti di finanza creativa serve spesso a mascherare fenomeni di corruzione. In particolare, per dissimulare l’identità degli effettivi titolari, si fa ricorso “a strumenti di investimenti innovativi, a mandati fiduciari e a catene societarie complesse”, con propaggini internazionali e utilizzo di trust.