Draghi frena Renzi sul tetto alle remunerazioni dei vertici di Bankitalia. Secondo il numero uno della Banca centrale europea, lo stipendio del governatore di Bankitalia non deve essere toccato, perché “l’imposizione di un tetto di 240 mila euro al trattamento economico è espressamente qualificata come ‘principio’ o ‘norma di indirizzo’, piuttosto che come norma di cui è imposta la rigida osservanza”. E’ quanto si legge nel parere che la Bce ha inviato al ministero del Tesoro italiano.
La questione però riguarda non il denaro in sé, quanto un principio generale d’indipendenza delle Banche centrali dai rispettivi esecutivi. L’Eurotower ritiene che gli istituti centrali non debbano essere “influenzati dal governo di uno stato membro rispetto alla propria politica in materia di personale”. Per questa ragione, Draghi ritiene che il premier italiano non possa pretendere l’estensione della spending review varata dal Governo di Roma agli stipendi del direttorio di Bankitalia.
Il governatore Ignazio Visco guadagna oggi 495mila euro l’anno, più una pensione da ex direttore centrale che si dovrebbe aggirare intorno ai 200mila euro. Poco più dello stesso Draghi, che, oltre a incassare anche lui una pensione da ex dipendente della Banca d’Italia, riceve dalla Bce 451mila euro l’anno.
Stando alla norme della spending review renziana – contenuta nel decreto Irpef in attesa della conversione finale da parte della Camera, dopo il via libera ottenuto con la fiducia al Senato –, lo stipendio di tutti i dipendenti pubblici si dovrebbe adeguare a quello del primo presidente della Corte di Cassazione, che rappresenta il nuovo tetto massimo, ovvero la famosa soglia di 240 mila euro.
Nel testo di legge, il Governo stabilisce in modo esplicito che “la Banca d’Italia, nella sua autonomia organizzativa e finanziaria, adegui il proprio ordinamento ai principi” stabiliti. Ma la Bce non ci sta e chiede che sia Palazzo Koch a decidere se adottare o meno la limitazione degli stipendi. La prossima mossa, a questo punto, spetta a Visco che taglierà gli stipendi dei vertici della banca centrale ma in forma autonoma e non nei termini previsti dal Governo.