Su 27 capoluoghi il centrosinistra passa da 15 a 19, mentre il centrodestra scende da 13 a 6. Il Pd perde quattro storiche roccaforti (Livorno, Padova, Perugia e Potenza), ma strappa agli avversari altre importanti città, da Bergamo a Biella, da Cremona a Verbania, da Pescara a Vercelli a Pavia.
I ballottaggi delle recenti elezioni amministrative segnano “la fine delle posizioni di rendita elettorale: è finito il tempo in cui qualcuno sa che in quel posto si vince di sicuro”, commenta Matteo Renzi dal Vietnam, definendo comunque quello conseguito dal Pd un “risultato straordinario”.
Intanto, al Nazareno si sottolinea che ai democratici è andata la maggioranza dei comuni sopra i 15mila abitanti e che dove c’è stato il cambiamento tra la vecchia e nuova guardia c’è stata la vittoria. il governatore del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, commenta: “Ci sono delle situazioni in cui siamo molto amareggiati e dispiaciuti, ma abbiamo stravinto”. Anche il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, esulta e su Twitter parla di vittoria.
“La netta vittoria alle amministrative è merito di tutto il Partito democratico. I numeri non mentono: abbiamo conquistato 160 comuni sopra i 15mila abitanti, 32 in più rispetto a prima e siamo passati da 15 a 19 capoluogo di provincia. In particolare abbiamo preso tutto il Nord. Se non è vittoria questa! Il resto sono chiacchiere”. Lo afferma il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, rimarcando come “tutto il partito rifletterà e si confronterà sui pochi casi in cui il risultato non è stato soddisfacente”.
Come a Livorno e a Civitavecchia, dove a esultare è Beppe Grillo: “I nostri sindaci 5 Stelle sempre di più virus inarrestabile”. In tutto, dei 139 comuni al voto, circa un terzo è andato al centrodestra, due terzi al centrosinistra. Molto bassa l’affluenza alle urne, pari al 49,5%, mentre al primo turno aveva toccato il 70,6%.