Hewlett-Packard ha deciso di espandere il piano di ristrutturazione iniziato nel 2012, mossa che porterà altri 11.000-16.000 dipendenti a perdere il lavoro all’interno del gruppo informatico. In precedenza la società aveva detto che avrebbe tagliato 34.000 posti di lavoro ma ora il totale sale oltre quota 50.000. Al 31 ottobre scorso Hp contava 317.500 dipendenti.
L’annuncio è arrivato ieri in concomitanza della pubblicazione dei conti trimestrali, avvenuta inaspettatamente prima della chiusura di Wall Street. Sembra che il comunicato societario sia stato erroneamente pubblicato sul sito Internet del gruppo e di conseguenza Bloomberg ne ha diffuso i dettagli. Meg Whitman, al vertice della società da quasi tre anni, è impegnata nel guidare HP verso le aree a maggiore crescita come il software e l’analisi di dati.
Nel secondo trimestre fiscale, terminato il 30 aprile, Hp ha visto i profitti arrivare a quota 1,27 miliardi di dollari, in rialzo del 18% rispetto a 1,08 miliardi dello stesso periodo dell’anno prima. Al netto di voci straordinarie, gli utili per azione sono passati a 88 da 87 centesimi, in linea con le stime degli analisti.
I ricavi sono scesi dell’1% a 27,31 miliardi di dollari, meno dei 27,41 miliardi attesi dal mercato. La divisione personal-system ha visto il giro d’affari crescere del 7%, in quella delle stampanti è sceso del 4% mentre i servizi alle aziende tra cui consulenza e sicurezza informatica hanno visto ricavi scivolare del 7%.
Per il trimestre in corso, Hp si aspetta utili per azione al netto di voci straordinarie tra gli 86 e i 90 centesimi contro stime da 89 centesimi. Per l’intero anno fiscale, HP ha rivisto al rialzo la parte alta della forchetta delle sue previsioni e ora si aspetta un dato tra i 3,63 dollari e i 3,75 dollari per azione.
Il titolo, che nel 2013 ha guadagnato il 96%, ieri ha chiuso in ribasso del 2,28% a 31,78 dollari.