Nel primo trimestre del 2014 i fallimenti aziendali sono aumentati del 4,6% su base annua, a quota 3.811. A certificarlo sono i dati diffusi dal Cerved. Il numero delle aziende fallite ha conosciuto un nuovo record, anche se altri generi di chiusure aziendali hanno subito dei rallentamenti.
Tra gennaio e marzo le chiusure aziendali sono state in tutto 23mila, per una diminuzione del 3,5% su base annua. A controbilanciare il continuo aumento dei fallimenti è la diminuzione delle liquidazioni volontarie (in calo del 5%), e delle procedure non fallimentari (-1,4%). Si è fortemente ridotto, anche alla luce dei correttivi apportati alla materia dal “decreto del fare”, il ricorso al pre-concordato: nei primi tre mesi si contano circa 800 domande, in calo del 48% su base annua.
A livello territoriale, i soli fallimenti sono cresciuti in tutte le aree escluso il Nord-Est, dove nei quattro trimestri precedenti la crescita dei fallimenti era stata molto più elevata rispetto al resto d’Italia. A soffrire, nel primo trimestre 2014, sono soprattutto le aziende del Centro, con un incremento del 10,3%.
Tra i settori, il più colpito dai fallimenti è quello dei servizi, con un aumento del 7,3%, seguito dalle costruzioni, in crescita del 6,3%.