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Borsa: dopo il Def banche in rosso, ma nessun crollo

Il Governo intende recuperare 2,2 miliardi dall’aumento del gettito Iva e della tassazione sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia: l’aliquota sulle plusvalenze registrate dagli istituti di credito salirà infatti dal 12 al 26% – Oggi a Piazza Affari bancari in rosso, ma nessun vero crollo – Spicca il rialzo in controtendenza di Intesa Sanpaolo.

Borsa: dopo il Def banche in rosso, ma nessun crollo

Il calo c’è, ma per il momento nessun crollo. A metà mattina, mentre l’indice Ftse Mib rimbalza dello 0,8% dopo il -1,46% di ieri, i titoli peggiori a Piazza Affari sono tutti bancari: Banco Popolare -0,94%, Mediolanum -0,74%, Unicredit -0,53%, Banca Pop Milano -0,33%. Vendite tutto sommato contenute rispetto ai timori seguiti alla presentazione del nuovo Documento di economia e finanza, che contiene norme inattese a danno degli istituti di credito. 

Per finanziare il taglio dell’Irpef, che nel 2014 vale 6,7 miliardi di euro, il Governo intende recuperare 2,2 miliardi dall’aumento del gettito Iva e della tassazione sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia: l’aliquota sulle plusvalenze registrate dagli istituti di credito salirà infatti dal 12 al 26%. La norma sarà contenuta in un decreto che il Governo approverà il 18 aprile.  

Tornando alla Borsa, stamane nel panorama dei titoli bancari spicca l’andamento in controtendenza di Intesa Sanpaolo, che guadagna l’1,44%, a 2,542 euro. Ieri l’istituto ha incassato la promozione di Mediobanca, che hanno portato il giudizio sul titolo da underperform a neutral, alzando il target price da 1,2 a 2,6 euro, alla luce dei risultati del quarto trimestre e del nuovo piano industriale. 

In serata Moody’s ha confermato il rating sul debito a lungo termine al livello Baa2 con outlook stabile. “Il capitale – si legge nella nota – risulta sufficiente rispetto alla profittabilità e in vista dell’asset quality review. Il Core Tier 1 è risultato del 12,3% a dicembre un livello superiore a quello di molti concorrenti europei”. Moody’s osserva che questo calcolo “include 86 punti base dalla rivalutazione della partecipazione di Intesa in la Banca d’Italia, che la Bce probabilmente non riconoscerà nella sua attività di asset quality review”. 

Tuttavia, la Banca mantiene una solida copertura dei crediti dubbi che, secondo i calcoli di Moody’s, è cresciuta dal 53% del 2012 al 60% del 2013. Intanto Tassara, secondo indiscrezioni, è avviata a cedere tutta la sua quota in Intesa, pari all’1,57%. Ai prezzi attuali si tratta di circa 628 milioni di euro.

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