L’annuncio della nascita del gigante ha suscitato l’entusiasmo di tutti, grandi e piccoli. Un entusiasmo da fusione che potrebbe contagiare molti, anche in Italia. Holcim e Lafarge, i due principali produttori di cemento al mondo, hanno reso nota la loro volontà di unire le forze per adattarsi meglio alla concorrenza globale. Il nuovo colosso che ne risulterà sarà “il gruppo più avanzato nell’industria della costruzione di materiali”, hanno dichiarato le due aziende in una dichiarazione congiunta.
La svizzera Holcim e la francese Lafarge sono i leader del mercato del cemento e dei prodotti correlati come pietra e sabbia. L’anno scorso, hanno avuto entrate per circa 44 miliardi di dollari. Assieme, danno lavoro a 135 mila persone.
L’affare è soggetto all’approvazione degli azionisti e, cosa ancora più importante, al via libera delle autorità antitrust europee e di altri Paesi, scrive il New York Times. Tra l’altro, Holcim è già alle prese con uno scrutinio regolatorio nell’Unione europee per l’accordo con i messicani di Cemex.
Rolf Soiron, presidente di Holcim, ha detto che le aziende si muoveranno presto per risolvere la questione, sollevando possibili problemi in Canada, Brasile, India, Cina e, soprattutto, Europa.
Le società prevedono che la fusione si concluderà nella prima metà del 2015. Il nuovo gruppo avrà sede in Svizzera.
L’accordo – scrive Bbc news – dovrebbe aiutare le aziende ad affrontare assieme i problemi che hanno colpito il settore con la crisi finanziaria: quello dell’alto prezzo dell’energia e quello della domanda più debole.
Già venerdì i due gruppi avevano confermato di essere in “trattative avanzate” per una fusione. Una notizia che aveva spinto verso l’alto i rispettivi titoli, che hanno chiuso la settimana con forti rialzi: +8,9% per Lafarge e +6,86% per Holcim, migliore performance del listino di Zurigo. L’entusiasmo si è esteso a tutti i titoli del settore in Europa, incluse le italiane Buzzi Unicem (+4,39%), Cementir (+2.97%) e Italcementi (+6,67%).
Intorno alle 17 di oggi, le azioni delle due aziende continuano a crescere di circa mezzo punto. E in Italia ancora si sente l’effetto della fusione, con Italcementi in rialzo a +2,19%.”Il consolidamento del comparto è chiaramente positivo in termini di condizioni di prezzo, la fusione crea opportunità di comprare asset perchè il nuovo gruppo deve operare vendite forzate”, per ottemperare alle richieste dell’Antitrust, spiegano gli analisti di Kepler a Milano Finanza. E, aggiungono, “tale mossa coraggiosa potrebbe spingere a un’ulteriore consolidamento nel settore. I tre gruppi italiani sono tutti controllati da famiglie di riferimento”.