Il 46% degli ospedali europei è a rischio insolvenza. A dirlo è uno studio di Accenture, la più grossa società di consulenza aziendale, rilanciato dalla tv tedesca Deutsche Welle.
L’azienda ha analizzato 500 nosocomi in 9 nazioni europee, circa il 30% di tutti quelli esistenti negli Stati in esame. L’obiettivo era capire quanto le strutture fossero in grado di sopportare un test di solvibilità.
Accenture sostiene che il 22% degli ospedali europei sia nella fascia ad alto rischio default e sia totalmente dipendente dall’organismo che li finanzia. La media Ue di quelli a basso rischio è 54%.
In Italia, il 16% delle strutture è ad alto rischio insolvibilità, il 32% a rischio medio e il 52% a rischio basso. Dati che, seppur lievemente sotto la media Ue, pongono Roma in una posizione migliore rispetto alla Norvegia (41% ad alto rischio), alla Francia e all’Austria (25% ad alto rischio). La situazione migliore è in Germiania, quella peggiore in Portogallo, dove quasi 6 ospedale su 10 sono ad alto rischio insolvibilità.
Ma a guidare la classifica di chi ha meno rischio finanziario interno è l’Italia. A Roma il margine di guadagno medio è del 12,1%, quando la media europea è ferma al 5%. “Un ospedale su 3, in Europa, riporta una perdita di esercizio – scrive Accenture – Questo fa emergere un’ulteriore sfida finanziaria: mentre gli ospedali con un’altra probabilità di default lottano per recuperare risorse da fonti esterne, come prestiti bancari, quelli con un margine di guadagno basso o negativo non saranno in grado di finanziare gli investimenti attraverso il flusso di cassa”.