Crédit Mutuel ha azzerato la propria quota nella Banca Popolare di Milano, che fino al mese scorso era pari al 6,867%. Lo ha precisato oggi l’istituto francese, storico partner di Bpm, mentre dalle comunicazioni alla Consob sulle partecipazioni rilevanti emerge ancora un residuo 0,935% in mano al gruppo alsaziano. La decisione, spiega Crédit Mutuel in un comunicato, “deriva dalla revisione della legge italiana del 17 dicembre 2012” sui limiti al possesso di azioni delle banche popolari.
Secondo il presidente del consiglio di sorveglianza Bpm, Piero Giarda, la Banca francese provava “una delusione radicata che veniva dal passato”, cui si è aggiunta a una modifica legislativa che privava di fatto la loro partecipazione di ogni “prospettiva di redditività. Si sono trovati di fronte a questa modifica legislativa che per le quote superiori all’1% nel capitale delle Popolari impedisce di percepire il dividendo. In più, da parte della precedente amministrazione c’era stata la disdetta degli accordi industriali”.
Quanto al posto in Cds di Mutuel, Giarda ha spiegato a Radiocor che “è riservato a loro, con nome e cognome, e non è cedibile a nessun altro. Quindi in futuro, dopo la riforma della governance, il Cds sarà di 13 più uno (il posto riservato alla Fondazione Carialessandria, ndr) invece che di 13 più due”.
Jean Jacques Tamburini, consigliere di sorveglianza della Banca Popolare di Milano in quota Crédit Mutuel, non nasconde l’amarezza e la delusione: “E’ una storia triste. Abbiamo investito dall’inizio 450 milioni, tra l’investimento in Bpm, quello nella Banca di Legnano e il convertendo, con l’obiettivo di avere una cooperazione tecnologica in settori di interesse comune. Non siamo mai riusciti a mettere insieme una cooperazione vera. Quando Bpm cercava un partner abbiamo presentato al Cda il progetto ‘Crescere insieme’, che non ha avuto alcun seguito”.
All’inizio del pomeriggio il titolo in Borsa di Bpm guadagna lo 0,6%.
