Il via libera definitivo che trasforma la riforma delle province in legge è arrivato dalla Camera. Montecitorio, con 260 sì, 158 no e 7 astenuti ha approvato il disegno di legge Delrio su città metropolitane province, unioni e fusioni di comuni. I voti a favore sono arrivati da Pd, Nuovo Centrodestra, Scelta Civica e Popolari per l’Italia. Contrari Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Lega Nord, Sel e Fratelli d’Italia.
Il provvedimento modifica la struttura degli enti locali, in attesa della riforma del Titolo V della Costituzione. Nascono le città metropolitane e le aree vaste, ossia fusioni di comuni: a loro spetteranno i compiti oggi ricoperti dalle province.
Non ci sono state modifiche al testo approvato, con qualche difficoltà in più, il 26 marzo al Senato. Mercoledì 3 aprile erano state respinte le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Lega. Vista l’approvazione definitiva del disegno di legge, le elezioni provinciali che si sarebbero dovute svolgere a maggio in 52 province non si svolgeranno.
Con la nuova legge, i consigli e le giunte provinciali saranno aboliti e sostituiti da assemblee di sindaci del territorio della vecchia provincia (non ci saranno quindi più elezioni, presidenti di provincia, giunte e assemblee provinciali). Le funzioni di questa nuova assemblea riguardano aree per cui in precedenza erano competenti le province, come le strade.
Il Ddl prevede inoltre l’istituzione delle città metropolitane che si sostituiranno alle province dal primo gennaio 2014 e nuove regole per la fusione dei comuni. Nonostante circoli molto la parola “abolizione”, il Ddl Delrio non basta ad abolire le province, ma rivede funzioni e competenze degli enti provinciali in vista di una futura soppressione per la quale è necessaria una modifica della Costituzione.
Al posto delle province, nei centri più grandi verranno istituite le citta metropolitane. Accadrà a Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Bari, Reggio Calabria, alle quali si aggiunge Roma Capitale a cui è dedicato un capitolo a parte del provvedimento visto il suo status di capitale. A queste poi si aggiungono le città metropolitane istituite conformemente alla loro autonomia speciale dalle regioni Friuli-Venezia Giulia, Sicilia, Sardegna ossia Trieste, Palermo, Catania, Messina, Cagliari.
Le città metropolitane governeranno il territorio delle vecchie province corrispondenti e avranno le seguenti funzioni: adozione e aggiornamento annuale del piano strategico triennale del territorio metropolitano; pianificazione territoriale generale comprese le strutture di comunicazione, le reti di servizi e delle infrastrutture “appartenenti alla competenza” della città metropolitana; strutturazione di sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici, nonché organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito metropolitano; mobilità e viabilità; promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale; promozione e coordinamento dei sistemi di informatizzazione e di digitalizzazione.