L’entusiasmo c’è, così come le idee. Le risorse pure, anche se l’Italia è ancora indietro rispetto ad altri Paesi. E’ in questo clima che riparte, in una sala affollata nel centro di Roma, Working Capital 2014, il progetto di Telecom Italia a sostegno delle startup più promettenti in ambito Internet, vita digitale, dispositivi mobili e ambiente.
Working Capital è nato nel 2009. Da 5 anni è una delle principali piazze in cui si facilita l’incontro tra gli startuppers – persone con un’idea da trasformare in impresa – e i potenziali investitori. Una piazza che supporta in maniera diretta la nascita e lo sviluppo delle startup.
I punti di incontro – noti come “acceleratori” – sono a Roma, Milano, Catania e, dal 2013, Bologna.
Nel 2014 verranno assegnati 40 nuovi grant d’impresa da 25 mila euro, collegati ad altrettanti percorsi di accelerazione nelle quattro città in cui è presente il progetto.
Oltre al denaro, le imprese potranno utilizzare gli spazi di Working Capital, 10 startup per sede. Tra le forme di finanziamento, è previsto anche il crowdfunding, tramite un’apposita piattaforma. Altro strumento offerto è l’accesso rapido all’albo fornitori di Telecom.
Ma la vera novità dell’edizione di quest’anno è il ruolo più attivo di Telecom Italia, che lancia un fondo da 4 milioni e mezzo di euro – Seed Investment Capital – per il periodo 2014-2016. Quel denaro andrà a finanziare le startup ritenute più innovative, con opzioni o equity.
L’evento di presentazione è stata anche l’occasione per parlare di innovazione, nel pubblico e nel privato. E anche, suggerisce Pif – da poco testimonial Telecom – nella lotta alla mafia: “Fare impresa in Sicilia è il vero schiaffo a Cosa Nostra – ha spiegato Pif – ed è necessario promuovere le aziende che scelgono la legalità e usare Internet per farle sentire meno sole”.
“In Italia tra i 35 e i 40 miliardi di dollari vengono investiti in startup – ha spiegato Angelo Marcello Cardani, presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni – mentre negli Usa se ne spendono tra i 1050 e i 1100. Iniziative come questa hanno un’importanza straordinaria. E c’è ancora molto da fare. Le startup devono crescere, ma devono anche continuare a vivere”.