Una più efficace integrazione ferro/gomma nel servizio pubblico locale, espansione all’estero in nuovi mercati profittevoli e rafforzamento sulla direttrice Milano Roma. Il tutto con l’obiettivo di 9,5 miliardi di ricavi nel 2017.Sono questi alcuni dei punti chiave del piano industriale del gruppo Ferrovie dello Stato che coprirà il quadriennio 2014-2017 illustrato oggi a Milano dall’amministratore delegato Mauro Moretti. Che non ha risparmiato qualche stoccata in merito alla polemica sul taglio del suo stipendio e alle sue eventuali dimissioni.
“Se c’è una alternativa migliore ben venga” alla guida delle Ferrovie dello Stato, ha detto Moretti che in conferenza stampa ha poi aggiunto che aspetta ”la proposta di Renzi” su un eventuale taglio di stipendio. Poi, ha detto, ”farò le mie valutazioni, vediamo se saprà convincermi”. Nel frattempo è però Moretti che ha voluto convincere il suo azionista (il Governo) e gli italiani della bontà del suo operato snocciolando una dopo l’altra con decisione le cifre del turnauround del gruppo: se nel 2006 si parlava di rischio fallimento, oggi il gruppo ha raggiunto una marginalità del 23,1% (Ebitda primo semestre 2013) contro il 12,7% della tedesca Db e l’8,1% della francese Snfc. Così, sostiene Moretti, oggi il gruppo si è lasciato alle spalle le fasi di razionalizzazione (2007-2008), riposizionamento (2008-2010), innovazione, sostenibilità e flessibilità (2010-2013) e si prepara a un triennio di “valorizzazione del capitale investito netto”.
Tradotto in cifre, il gruppo punta a un tasso medio di crescita dei ricavi del 3,5% l’anno, trainato in particolare dai servizi di trasporto, sia ferro sia gomma, che supereranno i 7 miliardi nel 2017. L’Ebitda margin è atteso in aumento nel triennio di tre punti percentuali al 26,3% a un valore assoluto di 2,5 miliardi (+6,9%) a perimetro costante. Il margine operativo, Ebit, è previsto in crescita al ritmo del 9,6% annuo e l’utile del 4,6% annuo. Gli investimenti previsti nel piano arrivano a quasi 24 miliardi di euro, di cui oltre 8,5 miliardi in autofinanziamento. Di questi 6,4 miliardi sono destinati a treni e tecnologie a servizio del business e 1,7 miliardi alla rete Av/Ac. Il piano di investimenti si realizzerà con un indebitamento complessivo che crescerà nel quadriennio di 0,3 miliardi di euro.
Moretti ha ribadito che il gruppo ha le carte in regola per la quotazione in Borsa ma che la decisione dell’azionista al momento non c’è. “siamo pronti a qualsiasi tipo di operazione”, ha detto. Dalla cessione di Grandi Stazioni, infine, Moretti ha detto che spera ”di ricevere molto e secondo le stime potrebbero portare molte centinaia di milioni di euro”.
Per quanto riguarda l’Alta velocità la nuova freccia rossa, ossia l’Etr 1000 “arriverà fra il 2015 ed il 2017 per rideterminare i servizi nazionali e potenziare la parte più profittevole dei servizi internazionali”. Il gruppo è pronto a sfruttare le opportunità che si sono aperte sulla tratta Milano-Roma, con Rynair che è uscita dal mercato e con l’attesa che anche Alitalia riduca gli sforzi. Così Ferrovie dello Stato, tramite Trenitalia, stima di raggiungere una quota di mercato del 57% contro il 52% attuale mentre, nelle slide di presentazione del piano, l’aereo è visto in discesa al 21% dal 24% e la quota di Ntv è vista in riduzione al 12% dal 13%. Qui Moretti ha detto di prevedere da parte di Ntv un “non incremento del servizio”.
Per quanto riguarda le direttrici di sviluppo del piano, sul fronte del Trasporto pubblico locale l’obiettivo è una più efficace integrazione ferro/gomma, interventi sulle infrastrutture e sui sistemi di gestione della circolazione. Il piano passa poi anche per una rivisitazione dei modelli di business. In particolare, nel settore merci saranno costituite business unit specializzate per corridoi nazionali ed europei.
All’estero il gruppo punta a svilupparsi in modo deciso in Germania. La rivisitazione della governance porterà anche a una valorizzazione del patrimonio immobiliare del gruppo da cui si punta ad estrarre risorse per il finanziamento della crescita del business core. Infine, Rete ferroviaria italiana (Rfi) avrà una nuova organizzazione coerente con le normative europee che evidenzierà il ruolo di Gestore unico della rete ferroviaria rispetto alla gestione di altri servizi a mercato.