Le banche americane superano gli stress test della Federal Reserve (29 promozioni su 30) e la notizia piace anche ai mercati europei. In scia al rapporto pubblicato ieri sera dalla Banca centrale degli Stati Uniti, oggi a metà mattina i titoli degli istituti di credito viaggiano in rialzo a Piazza Affari: il migliore è quello di Intesa Sanpaolo (+1,4%, la Banca giovedì prossimo approverà il nuovo piano industriale, con l’ad Carlo Messina che ha già escluso maxi svalutazioni in arrivo), seguito dalle azioni di Ubi (+0,9%), Banco Popolare e Bper (+0,5%), Bpm e Unicredit (+0,2%).
Gli stress test condotti dalla Fed nel suo esame annuale sullo stato di salute del sistema bancario americano hanno lo scopo di analizzare la risposta delle banche a un eventuale collasso finanziario simile a quello del 2007-2009. I risultati dicono che davanti a una grave recessione, con un calo del 50% del mercato azionario, un crollo di un terzo dei prezzi immobiliari e una disoccupazione all’11,25%, il settore bancario accuserebbe perdite per un massimo di 366 miliardi di dollari. Di tutte le banche al vaglio, l’unica che non ha superato il test è stata Zion Barcorp, il cui requisito patrimoniale per il capitale di migliore qualità è risultato inferiore al 5%, il livello minimo richiesto.
Nonostante l’esito positivo, diverse banche non sembrano essere d’accordo sui risultati dei test. In particolare Bank of America, per cui la Fed ha evidenziato un coefficiente Tier 1 ratio del 6% in condizioni di stress, ha pubblicato i risultati di test condotti internamenti che mostrano un ratio molto più alto, all’8,6%. Anche Well Fargo ha pubblicato i risultati di un test interno che evidenziano numeri più alti di quelli della Fed. Morgan Stanley avrebbe un Tier1 al 6,1%, JP Morgan al 6,3%, Goldman Sachs al 6,8% e Citigroup al 7%. L’istituto finanziario con la migliore performance è State Street, che in una grave crisi avrebbe un Tier 1 del 13,3%, seguito da Bank of New York Mellon con il 13,1%.