Calano i redditi nell’Eurozona, crollano quelli italiani. A certificarlo è l’Ocse, nella scheda sull’Italia del suo rapporto annuale sullo stato sociale dei paesi (Society at a glance 2014). Stando all’organizzazione parigina, infatti, la doppia crisi degli ultimi anni (prima quella finanziaria globale, poi quella sui debiti pubblici dell’area Euro) ha sottratto 2.400 euro al reddito medio procapite in Italia, un dato tra i più alti di tutta l’Eurozona, in cui il calo medio si è attestato a “soli” 1.1000 euro l’anno.
Dopo il calo, il reddito medio procapite italiano si è ridotto a 16.200 euro l’anno. “La notevole riduzione dei redditi – spiega il rapporto dell’Ocse – riflette il deterioramento delle condizioni nel mercato del lavoro per tutte le fasce della popolazione, i giovani in particolare. Con un livello del 55 per cento, la percentuale di persone in età lavorativa occupate è la quarta più bassa tra i 34 Paesi dell’Ocse”.
In Italia, prosegue il rapporto, tra il 2007 e il 2013 la disoccupazione è aumentata ad un tasso di 5.100 lavoratori per settimana, tanto che un quinto dell’aumento totale dei senza lavoro nell’Eurozona è dovuto all’Italia, a cui l’organizzazione parigina attribuisce una grande debolezza del sistema di previdenza sociale nel rispondere alle necessità di quanti hanno perso il lavoro o hanno visto il loro reddito da lavoro contrarsi.
Secondo l’Ocse, che ha approvato i primi passi su lavoro compiuti dal governo guidato da Matteo Renzi, il Paese ha “urgente bisogno di riforme” e “la ripresa economica da sola non sarà sufficiente” a riparare i danni della crisi. “Le recenti proposte di riforma del mercato del lavoro e l’estensione del sistema di previdenza sociale – si legge nel rapporto -, attraverso sussidi di disoccupazione universali e proposte per un più unificato sistema di supporto per i lavoratori con reddito minimo, rappresentano degli importanti passi nella buona direzione”.
L’attenzione dell’organizzazione parigina, come detto, si sofferma sull’impreparazione del sistema previdenziale italiano, incapace di “affrontare un forte aumento della disoccupazione, soprattutto di lungo periodo, e della povertà. Meno di 4 disoccupati su 10 ricevono un sussidio di disoccupazione e l’Italia, assieme alla Grecia, è uno dei due soli Paesi europei privi di un comprensivo sistema nazionale di sussidi rivolti ai gruppi a basso reddito”.
Paradossalmente, ad avere maggior accesso ai benefici dal sistema di protezione sociale sono le famiglie relativamente più abbienti. Il rischio serio, per l’Ocse, è “che le difficoltà economiche e le disuguaglianze diventino radicate nella società”. “Con una diminuzione nei redditi del 12 per cento in totale tra il 2008 e il 2010 – prosegue il rapporto – , il 10 per cento più svantaggiato della popolazione ha subito perdite molto superiori rispetto al 10% più ricco, per il quale la perdita è stata pari al 2 per cento”.