Sembra aprirsi qualche spiraglio di accordo tra Cir e le principali banche creditrici di Sorgenia, ma l’intesa non c’è essendo ancora distanti e differenti le posizioni di entrambe le parti.
I problemi da risolvere, secondo quanto riferisce Radiocor, sono sostanzialmente due e sono connessi tra loro: il contributo di capitale da parte della holding della famiglia De Benedetti e la governance della ‘nuova’ Sorgenia.
Cir resta ferma, infatti, su un contributo da massimo 100 milioni di euro, mentre le banche (che convertiranno 300 milioni di debiti in azioni, più un altro prestito convertibile da 150 milioni) vorrebbero che esso arrivasse almeno a 150 milioni.
Da unaparte, infatti, gli istituti di credito pretendono un apporto importante da parte dell’azionista, a fronte del loro sacrificio in termini di conversione del debito. Dall’altra parte Cir non è intenzionato a contribuire ulteriormente per poi diventare un semplice azionista diminoranza (in caso di 150 milioni si stima una quota del 33%) rispetto al blocco bancario.
L’obiettivo è trovare in tempi brevi un punto di caduta che soddisfi ambo le parti.