La Somalia? Un’opportunità per investire. Da incoraggiare e promuovere nel lungo periodo. Allo stato attuale infatti non ci sono le condizioni per fare impresa nel Corno d’Africa. Ma esiste una strategia per la stabilità e lo sviluppo del Paese.
La conferma arriva dal convegno “Somalia: scenari attuali e prospettive di sviluppo”, organizzato dalla Sioi (Società italiana per l’organizzazione internazionale) e dal Cir (Consiglio italiano per i rifugiati). Un appello alla comunità internazionale che suona anche come un campanello d’allarme.
Secondo un rapporto pubblicato da Oxfam, la Somalia risulta il quarto stato al mondo maggiormente dipendente dalle rimesse dei migranti. Dallo scoppio della guerra civile nel 1991 sono stati trasferiti circa 11 miliardi di dollari. Annualmente i somali della diaspora trasferiscono tra 1 e 2 milioni di dollari. Cifre che rendono il 40% delle famiglie del Paese totalmente dipendente dalle rimesse. Per questo occorre ripristinare le condizioni di sicurezza e dare nuovi connotati all’economia di Mogadiscio.
“Purtroppo il quadro politico è ancora instabile e l’economia somala è vulnerabile – spiega il direttore generale Cooperazione allo Sviluppo del ministero degli Esteri, Giampaolo Cantini -. L’industria rappresenta solo il 7% del Pil e l’agricoltura è essenzialmente basata sull’allevamento. Il sistema finanziario resta debole e dipendente dal settore informale, dove dominano le rimesse. Servono risorse per lo sviluppo: la Somalia riceve circa 1 miliardo di dollari l’anno in aiuti, ma servono per la ricostruzione e lo sviluppo. Il Paese avrebbe tanto da offrire, in termini di risorse minerarie, agricole, fauna ittica, gas naturale e petrolio. La ricostruzione delle basi economico-sociali è tra gli obiettivi e l’Unione europea ha elaborato un Joint programme per la Somalia, tra Commissione e Stati membri”.
Mario Beccia, dell’Istituto per la Promozione industriale del ministero dello Sviluppo economico assicura “il coinvolgimento degli imprenditori italiani nelle organizzazioni internazionali, in questo caso nella Banca africana di sviluppo. Ci sforziamo per promuovere le nostre imprese, anche se ora in Somalia non ci sono le condizioni per impegnarsi. Se muteranno, l’auspicio è quello di dare un contributo perchè le imprese italiane si impegnino a investire in Somalia”.
“Oggi l’attività di interscambio tra Italia e Somalia è limitato a poco più di 10 milioni di euro – dice Maria Concetta Giorgi, della direzione generale per le politiche di internazionalizzazione degli scambi dello Sviluppo – ed è sbilanciata sull’export italiano, soprattutto di macchinari agricoli e materiale per le costruzioni. Invece gli scambi commerciali possono aumentare. In attesa che le condizioni diventino più favorevoli, il ministero dello Sviluppo economico ha fatto un passo importante attivando da circa 2 anni un tavolo per l’imprenditoria femminile”.