Dati in chiaroscuro dall’economia degli Stati Uniti: l’andamento del Pil nel quarto trimestre è stato rivisto da +3,2 a +2,4% (in linea con le attese degli analisti), mentre la fiducia dei consumatori ha registrato a febbraio un incremento superiore alle stime (da 81,2 a 81,6 punti). I compromessi sulle case esistenti, invece, sono aumentati meno del previsto a gennaio (+0,1%).
In generale, i mercati hanno dimostrato di apprezzare i numeri, consentendo a Wall Street di aprire in territorio positivo: alle 16 e 30 italiane il Dow Jones, il Nasdaq e l’S&P500 guadagnano ciascuno intorno al mezzo punto percentuale.
PIL
La revisione intermedia del dato sul Pil diffusa oggi dal dipartimento al Commercio (quella finale arriverà il mese prossimo) è in linea con le previsioni degli analisti e inferiore alla stima preliminare, che parlava di un rialzo del 3,2%. Nel terzo trimestre il dato era cresciuto del 4,1%, mentre nel secondo l’aumento era stato del 2,5%.
Nella seconda metà del 2013 La crescita è stata del 3,7%, più del doppio rispetto al +1,8% della prima parte dell’anno. Per l’intero 2013, la crescita è dell’1,9%. L’ultima volta che l’economia è cresciuta almeno del 3% su base annuale era il 2005 (+3,4%), mentre nel 2012 l’espansione era stata del 2,8%.
La forte espansione del terzo trimestre aveva fatto sperare che il 2013 si sarebbe concluso a passo più rapido, spianando la strada a un 2014 di più rapida creazione di posti di lavoro e aumento dei salari. La revisione del Pil non è distante dalle stime della Federal Reserve, che per l’anno in corso prevede rialzi tra il 2,8 e il 3,2%. Lo stesso vale per gli economisti di Wall Street, che per il 2014 non attendono una crescita superiore al 3%.
Il dato di oggi ha comunque dimostrato che l’economia ha tenuto nonostante le battaglie sul budget che hanno caratterizzato la fine del 2013 e non ha risentito eccessivamente dei 16 giorni di paralisi federale di ottobre, anche se aziende e consumatori sono stati costretti a rivedere alcune decisioni di spesa.
A fare da traino è stato in particolare l’aumento delle spese per consumi (+2,6%, meno della stima iniziale di +3,3%). Bene anche le esportazioni, aumentate del 9,4% (meno dell’11,4% della prima stima). Da segnalare inoltre che le aziende hanno incrementato le spese del 7,8% (più del 3,8% della prima stima), in particolare aumentando gli investimenti in macchinari.
FIDUCIA CONSUMATORI
Quanto Ai consumatori, secondo i calcoli dell’Università del Michigan a febbraio il dato finale sulla fiducia è aumentato a 81,6 punti, dagli 81,2 della stima preliminare di metà mese. Il dato di fine gennaio era stato pari a 81,2 punti. L’indice è migliore degli 81,2 punti previsti dagli analisti.
Il sottoindice che misura la fiducia sulle condizioni correnti dell’economia è cresciuto da 94 a 95,4 punti, mentre quello che misura la fiducia sulle condizioni future è calato a 72,7 punti dai 73 precedenti.
Le aspettative a un anno sull’inflazione si sono attestate al 3,2%, dal 3,3% di metà mese, mentre quelle a cinque anni sono rimaste invariate al 2,9%.
COMPROMESSI CASE ESISTENTI
A gennaio i compromessi sulle case esistenti negli Stati Uniti sono cresciuti di misura, dopo il brusco calo di dicembre. Il dato, diffuso dall’associazione di settore National Association of Realtors, ha segnato un rialzo dello 0,1%, a 95 punti. Si è trattato del primo aumento da giugno, ma gli analisti attendevano un aumento dell’1,4%. Il dato di dicembre era calato dell’8,7%, al minimo da novembre 2011. Su base annua, infine, l’indice ha registrato un ribasso del 9%.
Secondo Lawrence Yun, capo economista del Nar, “sul dato hanno pesato le cattive condizioni climatiche e la riduzione di abitazioni abbordabili”. Quanto alle singole regioni, a gennaio i compromessi sono cresciuti del 3,5% nel sud-est del Paese e del 2,3% nel nord-est, mentre sono calati del 4,8% nella parte occidentale e del 2,5% nel Midwest.