Un ‘Green New Deal’ per l’Italia a partire dalle grandi città, in quanto fulcri dell’economia e luoghi della cultura. Le città, ospitando il 68% della popolazione italiana, possono diventare la chiave della sostenibilità made in Italy e possono sfruttare l’innovazione tecnologica per restituire ai cittadini il ruolo di protagonisti.
È questo un punto nodale, emerso dal Rapporto sulla Green Economy 2013, testo presentato questa mattina all’Enea e curato dalla Fondazione per Lo Sviluppo Sostenibile e dall’Enea.
Il Commissario Enea, Giovanni Lelli, ha dichiarato che “la green economy può rappresentare la chiave di volta per avviare un nuovo ciclo di sviluppo all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione tecnologia con ricadute di lungo periodo che vanno dalla salvaguardia dell’ambiente al rilancio dell’industria e dell’occupazione. Con l’eco-innovazione si possono trasformare le aree urbane rendendole centri di risultati economici sostenibili e, al contempo, luoghi ideali per la crescita civile dei cittadini”.
Si è soffermato invece sul cocetto di ‘deal’ (patto) Roberto Coizet, Presidente di Edizione Ambiente, intervenuto durante l’incontro. “Il patto sociale, in quanto impresa collettiva, deve essere l’oggetto principale della politica”. E ha concluso: “Senza patto sociale non si salaguarda il patrimonio naturale”.
La prima parte del rapporto affronta il panorama internazionale, a partire da un excursus storico-economico che dalla crisi del ’29 arriva ai giorni nostri e fornisce un’ampia illustrazione delle proposte per un Green New Deal formulate dall’Unep e dall’Ocse le prospettive per l’affermazione della green economy in Europa, nonché le difficoltà e le potenzialità dell’Italia, prendendo in esame le esigenze di investimenti pubblici e privati, gli effetti sull’occupazione e le riforme indispensabili.
La seconda parte del Rapporto si focalizza sulla realtà italiana e sulle cosiddette ‘smart cities’. In Italia il 68 per cento della popolazione vive in un ambiente urbano, dove si produce in media il 75 per cento dei rifiuti, e le abitazioni consumano dal 30 e al 60 % in più di energia rispetto alla media UE.
Roberto Morabito, Presidente Unità Tecnica Tecnologie ambientali, ENEA, ha sottilineato nel suo intervento un ulteriore problema in Italia, quello della mobilità urbana: l’Italia, dopo Lussemburgo, ha il più alto tasso di motorizzazione. “La mobilità elettrica, rispetto a quella tradizionale, comporterebbe vantaggi sia in termini di costi che di emissioni”. E ha aggiunto: “ridisegnare le città in chiave sostenibile migliora la qualità della vita”.
Insomma, per attuare una vera e propria ‘economia verde’ è necessario un cambiamento.
Secondo Edo Ronchio, presidente per la fondazione per lo sviluppo sostenibile, la chiave di volta consiste nel “cambiare paradigma economico, ripensando i pilastri fondamentali dell’economia” come ad esempio l’idea di benessere, il lavoro e i sistemi finanziari.
Occorre uno sforzo collettivo in grado di convogliare le risorse scarse e investirle in un Green New Deal, un patto orientato a una green economy efficiente, inclusiva, partecipata e sostenibile.