Nuove proteste e nuovi violenti scontri tra i manifestanti e le forze dell’ordine a Kiev. Il portavoce della polizia Olga Bilyk ha dichiarato che ci sono almeno cinque morti, due dei quali sarebbero stati identificati: Serghii Didik, consigliere comunale in una città della regione di Ivano Frankivsk (Ucraina occidentale), e Volodimir Kishuk di Zaporizhia (Ucraina sud-orientale).
Il numero dei feriti sale a 150 e tra questi 15 sono giornalisti. La notizia è stata confermata dall’ong ‘Istituto per l’informazione di massa’. Il ministero dell’Interno ucraino ha riferito, in seguito che due soldati sarebbero rimasti feriti da proiettili di arma da fuoco.
La protesta è esplosa quando gli agenti hanno impedito ad un ampio corteo di manifestanti di avvicinarsi al parlamento, dove si discute oggi una riforma costituzionale chiesta dall’opposizione per ridurre i poteri del presidente.
Si attende l’intervento del premier ucraino, Mikola Azarov che martedì sera aveva minacciato che se «le provocazioni» e le violenze di piazza non fossero cessate, il governo di Kiev non avrebbe avuto altra scelta che «utilizzare la forza nell’ambito della legge».
La rappresentante per la politica estera Ue, Catherine Ashton ha espresso la sua “profonda preoccupazione per la nuova grave escalation” e per “le vittime” della violenza a Kiev e aggiunge che “la soluzione deve includere la formazione di un nuovo governo”, progressi nella riforma costituzionale e preparazione di elezioni presidenziali.