Agricoltura non solo come occasione di lavoro, ma anche come opportunità d’inserimento dei soggetti svantaggiati. E’ questa la missione sociale inserita in un progetto di legge all’esame della commissione Agricoltura di Montecitorio, che ha messo a punto un testo base di discussione.
Per agricoltura sociale s’intendono le attività degli imprenditori agricoli dirette a realizzare diversi progetti:
a) inserimento socio-lavorativo di soggetti svantaggiati, molto svantaggiati e disabili, oltre a minori in età lavorativa inseriti in progetti di riabilitazione e sostegno sociale;
b) prestazioni e servizi sociali, socio-sanitari, riabilitativi, terapeutici, formativi ed educativi per famiglie, anziani e appartenenti a fasce deboli o a rischio di marginalizzazione;
c) attività sociali e di servizio per le comunità locali che impiegano le risorse per promuovere azioni terapeutiche, di abilitazione, di inclusione sociale e lavorativa, di ricreazione e di servizi utili per la vita quotidiana e di educazione (ad esempio, accoglienza e soggiorno di bambini in età prescolare – agrinido e agriasilo- e accoglienza e soggiorno di adulti e pensionati in difficoltà sociale, fisica e psichica);
d) progetti finalizzati all’educazione ambientale e alimentare, alla salvaguardia della biodiversità nonché alla diffusione della conoscenza del territorio attraverso l’organizzazione di fattorie sociali e didattiche riconosciute a livello regionale.
A sostegno di questa iniziativa, il progetto di legge all’esame della commissione Agricoltura della Camera contiene alcuni interventi. E’ previsto, ad esempio, che le mense scolastiche e ospedaliere possano indicare, nelle gare concernenti i relativi servizi di fornitura, criteri di priorità per l’inserimento di prodotti agroalimentari provenienti da operatori dell’agricoltura sociale. Non solo: il testo prevede anche che i Comuni possano definire modalità di presenza e di valorizzazione dei prodotti provenienti dall’agricoltura sociale nelle aree pubbliche.