Anche le nuove imprese nei settori del commercio e del turismo possono beneficiare dei contributi per l’imprenditorialità giovanile e femminile, previsti dal dl 145/13, cosiddetto “Destinazione Italia”. L’estensione è stata inserita dalle commissioni Finanze e Attività produttive ed è stata conservata dall’assemblea, nel testo che oggi dovrebbe essere approvato e inviato al Senato.
A Palazzo Madama ci sarà tempo solo fino al 21 febbraio per la conversione in legge. Per assicurare la ratifica del provvedimento, il Governo potrebbe ricorrere a un voto di fiducia.
I contributi sono la nuova versione delle misure per l’autoimpiego, contenute nel decreto legislativo 185 del 2000. Sono diretti alle microimprese e piccole imprese, costituite in qualsiasi zona del Paese (non solo nei territori svantaggiati) da non più di un anno prevalentemente da giovani e da donne, nella forma del finanziamento agevolato a tasso zero da rimborsare al massimo in otto anni. Non possono essere erogati anche a fondo perduto, come invece era nella versione del 2000.
L’investimento ammesso alla contribuzione non deve superare il milione e mezzo di euro e il finanziamento può raggiungere al massimo il 75 per cento della somma. Le nuove imprese devono essere costituite in forma societaria con almeno la metà dei soci e delle quote di partecipazione rappresentati da giovani tra i 18 e i 35 o da donne.
Mentre nella versione originaria del provvedimento le nuove imprese dovevano avere per oggetto la produzione di beni nei comparti dell’industria e dell’artigianato oppure la trasformazione di prodotti agricoli o la fornitura di servizi alle imprese, alla Camera è stata introdotta l’estensione all’erogazione di servizi in qualsiasi settore, “incluse le iniziative nel commercio e nel turismo”.
Salvo le correzioni apportate dal dl 145, le regole e le modalità per la selezione e l’erogazione dei contributi pubblici rimangono quelle decreto legislativo 185 del 2000.