Lo streaming regala una boccata d’ossigeno alla discografia italiana. Dopo 11 anni consecutivi in contrazione, nel 2013 il mercato musicale italiano è tornato a crescere, registrando un fatturato di 117,7 milioni di euro, contro i 115,9 del 2012.
Dai dati che Deloitte ha raccolto per la Federazione industria musicale italiana (Fimi) emerge che a trascinare il mercato è stato soprattutto il comparto dello streaming audio, capace di mettere a segno un boom del +182%.
Guidato da servizi come Spotify, Cubomusica e Deezer, questo settore ha registrato un fatturato di oltre sette milioni di euro, contro i 2,5 del 2012, arrivando a rappresentare il 18% del segmento digitale, dall’8% dell’anno precedente. Rallenta invece per la prima volta lo streaming video (-2%).
Quanto ai download (il 62 % del mercato digitale), tra singoli e album la crescita è stata del 6%. In tutto, sono oltre 25 milioni i brani disponibili ai consumatori italiani per il download o lo streaming .
Fuori dal terreno del digitale, continua la crescita degli album in vinile, che – dopo la rinascita dell’anno scorso – nel 2013 hanno registrato un’ulteriore crescita del 6 %.
Infine, sul versante dei contenuti, il repertorio italiano è cresciuto del 9 %, con nove artisti su dieci nella classifica annuale Top of the Music del 2013. Decolla la musica classica, cresciuta dell’86 %, arrivando a coprire l’11 % delle vendite di musica in Italia.