L’Inps viaggia in profondo rosso, ma lo Stato non lascerà che fallisca. Per il 2014 l’Istituto di previdenza stima un risultato di esercizio negativo per quasi 12 miliardi di euro, un dato che farebbe scendere il patrimonio a -4.529 milioni alla fine di quest’anno, dai 7.468 milioni della fine del 2013.
I numeri sono contenuti nel bilancio di previsione per il 2014 che sarà esaminato a breve dal Comitato di indirizzo e vigilanza dell’ente pubblico, ma non tengono conto dell’intervento tecnico contabile contenuto nella legge di Stabilità per neutralizzare la passività patrimoniale ex-Inpdap, pari a circa 25,2 miliardi di euro. Un’operazione che porterà il risultato del 2014 da un disavanzo di 11.997 milioni a un avanzo di di 13.201 milioni. Il patrimonio netto, invece, risalirà a quota 20.669 milioni.
“Il sistema previdenziale è perfettamente in equilibrio. Con la legge di stabilità il patrimonio Inps è protetto dall’erosione determinata dall’incorporazione Inpdap”, scrive l’Inps in una nota.
Le pensioni, quindi, non sono a rischio: la voragine prodotta dallo squilibrio fra entrate e uscite sarà pagata dalla fiscalità generale, ovvero dai contribuenti, come già accaduto in passato: nel 2013 i trasferimenti dello Stato all’Inps hanno raggiunto i 112,5 miliardi. Dal 2008 all’anno scorso l’esborso è aumentato di 39 miliardi (+53%).
Intanto, sull’universo delle pensioni italiane si abbatte l’effetto prodotto dalla riforma Fornero. Nel 2013 sono state liquidate 649.621 nuove pensioni, il 43% in meno rispetto ai 1.146.340 di nuovi assegni pagati nel 2012. Il dato emerge dal confronto tra il bilancio preventivo Inps per il 2014 (nel quale sono contenuti i dati 2013 assestati, che risentono della riforma Fornero) e il bilancio sociale dell’Istituto per il 2012.
Nel 2013, inoltre, sono state eliminate 742.195 pensioni. Di fatto quindi le pensioni vigenti a fine 2013 sono quasi 100.000 in meno di quelle di fine 2012 (18.518.301 nel 2013 e 18.607.422 a fine 2012). Il divario dovrebbe aumentare ancora nel 2014, con 596.556 nuove pensioni previste e 739.924 assegni che si prevede di eliminare.
Tra il 2013 e il 2014 si prevede un crollo dei nuovi trattamenti di anzianità: nel 2013 sono stati nel complesso 170.604 (tra questi quasi 133.000 le pensioni di anzianità liquidate ai lavoratori dipendenti) mentre nel 2014 si stima che scendano a quota 80.457 (57.891 delle quali ai lavoratori dipendenti), per un calo del 52,8%.