Il viceministro dello Sviluppo economico Antonio Catricalà, nel corso di un’audizione tenutasi oggi al Senato, ha annunciato che l’asta per l’assegnazione delle frequenze tv, frutto del cosiddetto ‘dividendo digitale’ sarà chiusa probabilmente entro l’estate di quest’anno e partirà dal prezzo di 90,75 milioni per i tre lotti.
“Le offerte economiche prevedono un sistema di miglioramento competitivo, con importo minimo stabilito in base al costo per abitante e [tenendo conto della] copertura potenziale: la base d’asta prevista nel bando è pari a circa 29.300.00 euro, 29.825.000 euro, 31.625.000 euro rispettivamente” ha spiegato Catricalà.
L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) prevede una copertura “che varia dall’89,5% del lotto L1 (e 91,1% per L2) al 96,6% del lotto L3. I lotti L1 e L2 potrebbero presentare residui problemi di compatibilità internazionale”, ha precisato il viceministro.
Catricalà ha ricordato inoltre che il provvedimento consente di concorrere per tutti e tre i lotti ai soli nuovi entranti o piccoli operatori, ovvero coloro che detengono un solo multiplex.
Gli operatori integrati che svolgono la propria attività su altre piattaforme con una quota di mercato superiore al 50% della tv a pagamento potranno gareggiare solo per due lotti, al massimo L1 e L3.
Esclusi invece dalla partecipazione alla gara gli operatori che detengono tre o più multiplex Mediaset, Rai e Telecom Italia Media.
Andranno all’asta frequenze che compongono tre reti televisive digitali terrestri nazionale “con un diritto d’uso ventennale non trasferibile per i primi tre anni, due in banda VHF e uno in banda UHF”.
