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La sfida fra social media contemporanei è sul filo della timeline. Ognuno dei network principali sta puntando sempre di più sulla linea temporale come principio d’ordine del caotico e continuo fluire di notizie, foto e video. Il motivo è che dentro questo campo stretto e lungo vivono due fenomeni che contano come pochi altri nella definizione del mondo contemporaneo: l’Evento e la Narrazione.
Sappiamo infatti che qualunque operazione, culturale o meno, ormai ruota attorno all’evento, tanto che libri, film e musica si consumano solo in relazione all’iniziativa di grande richiamo che li accompagna. I libri si vendono principalmente durante le presentazioni, l’industria musicale esiste grazie ai concerti e i film puntano sempre più su uscite brevi e massicce o, nel caso del cinema d’autore, sui festival e le rassegne internazionali. Ma, parallelamente, oltre al momento saliente capace di far convergere verso di sé tutta la febbrile attesa e gli occhi di una piccola o grande comunità, i grandi racconti, quelli in grado di dare un ordine ad azioni e situazioni e di approfondire a dovere dettagli e retroscena, stanno trovando un rinnovato interesse, anche in risposta allo smarrimento generale. Questi due poli assieme costituiscono esattamente il cuore all’industria culturale di oggi, essendo ciò che detta il ritmo e i risultati di tutta la filiera.
Sono due sistemi temporali che, dalle serie televisive alle saghe letterarie, dall’informazione alla pubblicità, trovano continuamente nuovi sbocchi e domini di interesse. Tornando ai social media, Evento e Narrazione possono in un certo senso essere incarnati rispettivamente da Twitter e da Storify. Il primo, colosso dei social media odierni assieme a Facebook, è legato all’idea di evento: frasi brevi, concentrate, sentenziose e, in linea teorica, dirompenti. Storify, al contrario, si basa sull’importanza della narrazione, in quanto network fondato sulla possibilità di mettere assieme testi, foto, video e commenti salienti che raccontino in maniera efficace ed esaustiva un dato momento. Quindi, se Storify e Twitter nascono sotto la stessa stella di espressione e condivisione degli altri social, opposti sono però i percorsi con cui si costruiscono: micro-blogging specificamente settato sulla varietà e sul tempo reale quello di Twitter; un flusso a vocazione esaustiva, complessa e monotematica per Storify.
L’importanza di curare la propria timeline
Tuttavia, così come evento e narrazione non riescono a vivere ai lati opposti della nozione di tempo, ma tendono a sovrapporsi e a vivere sempre più l’uno in funzione dell’altra, così accade anche a Storify e Twitter. Twitter è stato finora il principale bacino dei contenuti di Storify, che vede le proprie ricostruzioni storiche abbondare di cinguettii ufficiali ed essenziali. Storify, al contrario, è stato recentemente sfidato sul terreno dell’esaustività dall’annuncio da parte dell’azienda dell’uccellino blu di voler realizzare un nuovo flusso personalizzabile relativo a un dato evento.
Questo flusso, soprannominato Custom Timeline, è un nuovo tipo di archiviazione dei tweet che sfrutta la piattaforma TweetDeck per selezionare e condividere solo alcuni tweet del proprio flusso. A questo principio del fai-da-te si va ad aggiungere un automatismo ancora in fase di sviluppo volto a dare risalto solo ai commenti più importanti attorno a un certo argomento. Al momento, quest’ultima implementazione è utilizzabile solo da alcuni organi privilegiati (il programma musicale The Voice, la rivista americana Politico e il quotidiano britannico The Guardian), ma, come fa notare Mike Isaac del portale AllThingsD, si tratta di un’innovazione declinabile in infinite funzioni e dalle enormi potenzialità.
Scrive Isaac: Per parecchio tempo Twitter ha saputo quanto fossero potenti gli eventi per il proprio successo. Ma, per molte ragioni (i problemi organizzativi e di gestione, i disaccordi sulle implementazioni, per non parlare di quel grande problema tecnologico che è setacciare nel diluvio di tweet-spazzatura per portare in superficie e ordinare i contenuti più rilevanti), non l’ha realizzato prima di adesso. A dir la verità, nell’estate del 2012 Twitter aveva già tentato un primo progetto di pagina dedicata, lavorando in sinergia con i campionati automobilistici della Nascar, ma l’esperimento non aveva raggiunto i risultati sperati in termine di fidelizzazione e di interazione col pubblico. Sam Kirkland di Poynter fa notare il valore di questa nuova interfaccia API per automatizzare il processo di selezione dei tweet: Potrebbe avere un enorme potenziale narrativo, soprattutto durante i grandi eventi, quando è praticamente impossibile gestire manualmente migliaia e migliaia di tweet.
Qualcosa di simile l’ha già fatto la piattaforma di liveblogging ScribbleLive pubblicando automaticamente i tweet di certi utenti prescelti o quelli contenenti specifici hashtag, ma Twitter sta chiaramente cercando di offrire qualcosa di più secondo Kirkland: Forse permetterà agli utenti di filtrare i tweet di quegli utenti non verificati o di quelli con pochi follower. Oppure le nuove timeline personalizzate filtreranno i tweet che contengono un linguaggio simile agli altri tweet o che sono stati segnalati negativamente dagli altri utenti.
Intanto, Kirkland fa notare le principali differenze che intercorrono fra Storify e la nuova timeline di Twitter: Su Twitter non si può aggiungere commenti ai singoli tweet di un unico flusso, mentre i tweet riportati su Storify possono essere isolati e divenire narrazione in parte grazie alla funzione dei commenti personalizzati. Questo, sommato al fatto che “Storify mostra i tweet nella loro estensione, mentre la nuova timeline di Twitter ironicamente riporta solo la visione ridotta e minimale del flusso principale”, implica che il social più giovane cerchi un rapporto più diretto con l’utente e stimoli la sua interazione. La narrazione di Storify è più elastica e aperta, attenta a dare una prospettiva collettiva e sociale su ogni evento, estendendo il principio di Wikipedia, laddove Twitter è più simile alla bacheca di un profilo Facebook, attenta a dare una voce autorevole nonché autoritaria a un singolo evento in diretta.
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