Dopo aver vinto a mani basse il primo round sull’incontro con Berlusconi e sul patto per le riforme in casa Pd (“Vi è piaciuto il cucchiaio?” si è lasciato andare), Matteo Renzi si prepara a fare pressing sia sui gruppi parlamentari che sul Governo. Il segretario del Pd sa benissimo che la vera incognita delle riforme elettorali e costituzionali è nel tragitto parlamentare e vuol coprirsi le spalle convocando quanto prima i gruppi direttivi del Pd nelle due Camere (originariamente a maggioranza bersaniana) per assicurarsi il sostegno alle riforme, a partire da quella elettorale.
Non è di poco conto che, fatta eccezione per Massimo D’Alema, anche alcuni big della vecchia guardia del Pd abbiano appoggiato, nel corso della Direzione di ieri, la svolta renziana: dal sindaco di Torino, Piero Fassino, all’ex segretario del Pd, Walter Veltroni, fino all’ex presidente del Senato, Franco Marini che nelle primarie aveva sostenuto Cuperlo.
Ma Renzi pensa anche al futuro del Governo “E’ stato ingeneroso – ha detto ieri nel corso della sua relazione alla Direzione del Pd – aver sostenuto per mesi che il mio obiettivo era di scalzare Letta da Palazzo Chigi: in realtà è vero il contrario, perchè la svolta sulle riforme allunga la vita al Governo”. Che tuttavia dovrà essere profondamente rinnovato nei programmi e nelle persone e cambiare decisamente passo.
A tale proposito Renzi si prepara a presentare al Governo “centro proposte del Pd” anche in vista del Letta-bis che il premier vorrebbe realizzare con un’iniziativa-lampo entro la missione a Bruxelles di fine gennaio.
Allegati: Allegato alla relazione di Matteo Renzi