Il 2013, come tutti gli anni dispari privo di Olimpiadi e grandi eventi calcistici, sarà ricordato principalmente come l’anno delle grandi conferme, di qualche ritorno eccellente e di tutto sommato poche novità nel panorama sportivo internazionale.
Tra le conferme, c’è quella del re dei re: il giamaicano Usain Bolt, dopo i 6 ori olimpici tra Pechino e Londra, fa triplete anche ai Mondiali di atletica di Mosca vincendo ancora una volta 100 m, 200 m e staffetta. La novità, semmai, è che in questa circostanza l’uomo più veloce della storia non ha registrato nessun record del mondo, ma resta il fatto che quella in Russia è la seconda tripletta in un Mondiale, dopo Berlino 2009: la striscia, che vede 15 medaglie d’oro complessive tra campionati del mondo e Olimpiadi, è stata macchiata solo dalla falsa partenza nei 100 metri di Daegu. Poi ci sarebbe l’ombra del doping sulla nazionale giamaicana, dopo le analisi positive su diversi atleti, ma per ora Lightning Bolt è estraneo a tutto: se ne riparlerà, casomai, nel 2014.
L’altro grande evento sportivo dell’anno sono stati i Mondiali di nuoto di Barcellona. In quel caso le conferme arrivano ancora una volta dal settore maschile, con le ottime prestazioni degli eroi di Londra 2012, il francese Yannick Agnel e il cinese Sun Yang. Vento di novità invece dal settore femminile, con il dominio delle giovanissime statunitensi Missy Franklin e Katie Ledecki, ma anche il grande ritorno di Federica Pellegrini, argento a sorpresa (e con rimpianto) nei 200 metri stile libero.
Restando in tema di grandi ritorni, spicca su tutti quello del campione spagnolo di tennis Rafael Nadal, tornato al vertice della classifica Atp dopo un lungo infortunio al ginocchio ma soprattutto vincitore dell’ottavo Roland Garros della sua carriera: record assoluto, superati i 7 di Bjorn Borg. Si confermano invece ad altissimi livelli Novak Djokovic, eletto atleta dell’anno in Serbia e anche il redivivo argentino Juan Martin Del Potro, eletto anche lui a sorpresa atleta dell’anno in Argentina, a discapito di un certo Lionel Messi. Sembra invece sul viale del declino Roger Federer: il recordman assoluto di Slam vinti (17) si affiderà nel 2014 a un nuovo allenatore, l’ex campione svedese Stefan Edbergh, per tentare il rilancio a 32 anni.
Di rilancio non c’è invece stato bisogno nel mondo del basket, dove sia in Italia che in Europa che in Nba si sono confermati i vincitori del 2012: Siena, Olympiacos e Miami Heat. Mentre però per le ultime due c’è la possibilità realistica di un three-peat, come si usa dire in America, molto difficile sarà vedere la Mens Sana, eliminata prematuramente anche in Eurolega, trionfare ancora in Italia: dopo 7 titoli consecutivi, le difficoltà finanziarie del club sembrano segnare il viale del tramonto, con la dipartita dei due campioni più rappresentativi, David Moss e Daniel Hackett, alla volta di Milano.
Ma la conferma delle conferme è quella del pluricampione del mondo di Formula 1, il tedesco Sebastian Vettel, che sconfigge per la quarta volta in quattro il binomio Alonso-Ferrari e batte tutti i record di gran premi e titolo vinti alla sua età: ormai non c’è più alcun dubbio, il pilota della Red Bull è il nuovo Schumacher e probabilmente vincerà ancora di più del suo connazionale.
Sempre dai motori è invece arrivata una delle poche vere sorprese dell’annata: il campione del mondo di MotoGp è il 20enne spagnolo Marc Marquez, che batte la concorrenze dei più esperti connazionali Lorenzo e Pedrosa e si afferma come più giovane vincitore della storia della classe regina. Saprà confermarsi nel 2014? Noi italiani attendiamo anche il riscatto di un certo Valentino Rossi…
Ma che anno sarà, in generale, il 2014? Tornano innanzitutto i grandi eventi: a giugno la Nazionale di Cesare Prandelli volerà in Brasile per giocarsi i Mondiali di calcio, dove parte da outsider cominciando con un girone non proprio semplicissimo con Uruguay, Inghilterra e Costa Rica. Ma ancora prima toccherà agli atleti degli sport invernali sbarcare a Sochi, in Russia, dove si svolgeranno a febbraio i Giochi olimpici: non ci sono, a dire il vero, grandi speranze di medaglia per l’Italia.
Infine, un doveroso ricordo. Tra i tanti personaggi famosi scomparsi nell’anno appena concluso, è impossibile non omaggiare la memoria di un grande sportivo italiano, uno dei più grandi del XX secolo e sicuramente nella leggenda dell’atletica mondiale: il 21 marzo, all’età di 60 anni, si è spento Pietro Mennea. Di lui ricorderemo quei 200 metri corsi contro tutto e tutti alle Olimpiadi di Mosca 1980, dove vinse l’oro tenendo dietro campioni ben più blasonati. Ancora oggi è l’unico atleta dei 200 metri piani della storia ad essersi qualificato per quattro finali olimpiche consecutive, oltre ad aver detenuto per quasi 20 anni il record del mondo dei 200 m con 19’72. Addio, Freccia del Sud.