A Betlemme, dove la cristianità ha avuto origine, manca qualcosa: i cristiani. Sono anni infatti che i cristiani palestinesi abbandonano la città, nella West Bank, per prendere la strada dell’Europa, degli Stati Uniti e dei paesi dell’America Latina, in cerca di condizioni di vita migliori. Il turismo religioso, che potrebbe portare nella città natale di Cristo masse di pellegrini, ha registrato una leggera ripresa, dopo la sensibile contrazione dovuta agli eventi della seconda intifada, ma la situazione politica è ancora troppo tormentata per permettere un afflusso consistente di visitatori.
L’ambiente, del resto, è tutt’altro che invitante: edifici abbandonati e negozi sprangati sono i drammatici segnali di un’economia che si limita a una sofferta lotta per la sopravvivenza, mentre i posti di controllo dell’esercito israeliano e il muro di separazione stringono Betlemme in una morsa. Vera Baboun, primo sindaco donna di Betlemme, vuole aprire la propria città a tutti, in particolare ai pellegrini, ed è fermamente intenzionata a favorire il rientro degli ex residenti cristiani.
Ricorrendo a tattiche di marketing ben note ai commercianti di tutto il mondo, quest’anno ha fatto addobbare l’albero in “Manger square” (“Piazza del presepe”) due settimane prima del solito, ha arricchito l’agenda delle manifestazioni natalizie con spettacoli di musica e di danza e ha prolungato l’orario di apertura dei negozi che vendono souvenir e prodotti dell’artigianato locale.
É in programma, inoltre, l’inaugurazione di 5 nuovi “boutique hotel”, che aggiungeranno 300 stanze all’offerta attuale di 3700, e l’avvio di una serie di interventi che dovrebbero migliorare l’accesso alle attrazioni della città per i visitatori disabili. Il potenziamento delle strutture di accoglienza ha come obiettivo quello di attirare turisti che sostino in città per periodi più lunghi. “Attualmente” osserva Fayrouz Khoury, direttore della Camera di commercio locale “noi non beneficiamo della potenzialità di spesa del nostro turismo”.
“Infatti,” continua “i pellegrini e i visitatori risiedono prevalentemente in alberghi in territorio israeliano e vengono a Betlemme solo per dare un’occhiata alla chiesa della Natività, o al massimo per comprare un rosario e consumare velocemente un piatto di hummus”.
“Questo è il luogo dove è nato, con Cristo, il messaggio di pace,” conclude il sindaco Baboun “quando si parla di dare nuova vita al messaggio cristiano, bisogna anche parlare di dare nuova vita a Betlemme”.