Storica stretta di mano fra il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e il numero uno di Cuba, Raul Castro. A riportare la notizia, in prima istanza, è stato un funzionario americano. Il gesto è partito dal numero uno della Casa Bianca, poco prima d’intervenire sul podio dello stadio di Soweto, a Johannesburg, dove è in corso la cerimonia di omaggio a Nelson Mandela, morto il 5 dicembre scorso. E’ la prima volta che questi due capi di Stato si stringono la mano, la seconda in assoluto tra i leader dei due Paesi dall’inizio della Rivoluzione Cubana nel 1960.
“Non era un’icona – ha detto Obama nell’elogio funebre di Mandela –, era un uomo in carne ed ossa, che ammetteva le sue imperfezioni. Per questo lo amavamo così tanto. Come Gandhi ha portato avanti un movimento che sembrava avesse poche possibilità di successo, ha dato una voce potente alle rivendicazione degli oppressi e alla necessità morale di una giustizia razziale”.
Davanti ai grandi del mondo, ma anche a leader contestati come il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe, Obama ha sottolineato che troppi oggi celebrano Mandela pur non tollerando alcun dissenso da parte dei loro popoli. Castro, invece, ha definito l’ex presidente sudafricano “un profeta della riconciliazione”.