Il criterio di giudizio adottato da S&P sulle compagnie di assicurazione, che ha portato ad un credit watch negativo per Generali, “suscita perplessità”. Lo afferma il presidente dell’Ivass Salvatore Rossi, ascoltato in commissione Industria del Senato. “Se il passivo, gli impegni, in Italia sono circa al 30%, allora – ha detto Rossi al temine dell’audizione – l’attivo in Italia deve essere di importo corrispondente. Non si può chiedere uno sbilanciamento forte, altrimenti si chiede ad una compagnia di non essere prudente”.
Attualmente Generali investe circa il 24% del suo attivo in titoli di emittenti italiani. Insomma, questo criterio “sembra ignorare il fatto che una compagnia assicurativa ben gestita deve garantirsi un adeguato bilanciamento fra attivo e passivo” e “l’attivo deve essere investito in strumenti che consentano di far fronte agli impegni assunti senza incorrere in perdite”. Quindi “le politiche di investimento delle assicurazioni italiane – ha rimarcato il presidente dell’Ivass – risultano complessivamente coerenti”.
Perplessità suscita anche, ha spiegato Rossi, la “scelta dei tempi”. Per Rossi “Standard&Poor’s è in controtendenza e controtempo rispetto al mercato”.